25/03/2011
Evadere le tasse forse non è poi così semplice in
Italia. Secondo una recente elaborazione della Cgia di Mestre, infatti, la
nostra sarebbe amministrazione finanziaria è la più efficiente d’Europa. Il
periodo preso in considerazione va dal 2005 al 2009 e i tre indicatori
considerati sono: i costi amministrativi legati al funzionamento della macchina
fiscale; i costi per il recupero dell’evasione; i costi dell’amministrazione
finanziaria in rapporto al Pil. E in tutti e tre i casi, sottolineano dalla
Cgia, «la nostra macchina fiscale risulta essere tra le migliori d’Europa».
Quanto
a costi amministrativi, l’Italia ha registrato la maggiore contrazione nel periodo considerato
(-31,9 per cento), seguita da Portogallo (-11,8 per cento) e Paesi Bassi (-2
per cento). In valore assoluto, «nel 2009 la nostra amministrazione finanziaria
ci è costata 3,1 miliardi di euro e in cinque anni il costo complessivo è sceso
di 1,45 miliardi».
Medaglia
d’argento. Ci
posizioniamo al secondo posto, invece, se ci prende come riferimento i costi di
esazione. Meglio di noi, infatti, ha fatto solo l’Olanda, dove i costi legati
al recupero dell’evasione ogni 100 euro incassati sono scesi di 24 centesimi;
in Italia, invece, la contrazione è stata di 16 centesimi.
Fisco e
Pil. L’ultimo
indicatore considerato dalla Cgia di Mestre, invece, ha permesso di conoscere
il costo della macchina fiscale in rapporto al prodotto interno lordo. Anche in
questo caso, il risultato è più che lusinghiero per i nostro 007 del Fisco: la
nostra amministrazione finanziaria risulta essere la più contenta d’Europa, con
lo 0,205 per cento del Pil e con una contrazione nel periodo considerato dello
0,067 per cento (la maggiore del Continente).
L’analisi. Secondo il segretario della
Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, però, «urge un intervento che alleggerisca
il carico fiscale e semplifichi il quadro legislativo, sia per agevolare il
lavoro dei contribuenti, sia per favorire l’attività di chi deve far rispettare
la legge».
Marco Ratti