09/06/2011
È arrivata finalmente la parte dell’anno più utile per le aziende: il 4 giugno è stato l’ultimo giorno del 2011 in cui le imprese hanno lavorato per il fisco e il 5 giugno si è potuto festeggiare il tanto sospirato “tax freedom day”. A dare la buona notizia è il segretario della Cgia di mestre, Giuseppe Bortolussi, che ha calcolato il giorno in cui gli italiani smettono di pagare tasse e contributi allo Stato. «Anche quest’anno, così come era successo nel 2010», dice Bortolussi, «si sono resi necessari 155 giorni di lavoro, ben 40 giorni in più rispetto al dato registrato nel 1980».
Ma come è stata calcolata la data del 5 giugno? L’Ufficio studi della Cgia ha preso in esame il dato di previsione del Pil nazionale e lo ha suddiviso per i 365 giorni dell’anno, ottenendo così un dato medio giornaliero. Dopodiché, ha considerato il gettito di imposte, tasse e contributi che verseremo allo Stato e lo ha diviso per il Pil giornaliero.
«Ormai sui contribuenti onesti grava una pressione fiscale che arriva a toccare il 51-52 per cento», dice Bortolussi, «un carico che non ha eguali in Europa: solo la Svezia e la Danimarca hanno un livello di tassazione superiore al nostro».
Redazione 2C Edizioni