11/04/2011
Per avere una bella barca basta davvero poco. Anzi, pochissimo. “Il 64 per cento degli yacht che circolano in Italia”, dice un’inchiesta condotta da Krls Network of business ethics per conto di Contribuenti.it magazine, “sono intestati a nullatenenti o a pensionati con la social card, prestanome di facoltosi imprenditori, per evadere le tasse”. E ancora: “Crescono a dismisura i poveri possidenti, +6,7 per cento nel 2011, che vivono spendendo migliaia di euro per beni di lusso e non dichiarano al fisco quello che guadagnano effettivamente”.
Secondo lo studio dell'Associazione contribuenti italiani, elaborato su dati dello Sportello del contribuente, della polizia tributaria e del ministero delle Finanze, oltre la metà degli italiani ha dichiarato meno di 15.000 euro annui e circa due terzi meno di 20.000 euro; di contro, solo lo 0,95 per cento ha dichiarato oltre 100 mila euro, lo 0,17 per cento più di 200mila euro e solo 15 mila persone hanno dichiarato un reddito di oltre 300 euro all'anno.
Eppure le richieste di posti barca sono cresciute del 12,3 per cento e gli acquisti di imbarcazioni di lusso del 6,7 per cento. I "ricchi nullatenenti e i poveri possidenti" anche quest'anno destineranno buona parte della spesa nell’affitto di ville esclusive o per i cosiddetti "passion investiments", come auto di grossa cilindrata, yacht, gioielli e oggetti d'arte.
"Da sola la Guardia di Finanza non può combattere l'evasione fiscale che è diventato lo sport più praticato dagli italiani”, afferma Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it. “Devono scendere in campo gli 007 per scoprire chi sono gli effettivi proprietari degli yacht che puntualmente, nei mesi estivi, solcano i nostri mari sbeffeggiando il fisco italiano".
Marco Ratti