07/03/2011
Dopo la crescita incontenibile dell’anno passato, il mercato delle surroghe frena bruscamente. Secondo gli ultimi dati raccolti da Assofin, infatti, nel terzo trimestre del 2010 le operazioni di questo tipo sono passate dal 20 per cento al 13 per cento del totale dei mutui rispetto allo stesso periodo del 2009. La surroga era stata utilizzata molto dai clienti soprattutto nel 2008-2009, quando la Legge Bersani aveva cancellato i costi notarili applicati fino ad allora.
La definizione. «La portabilità del mutuo», si legge nel sito di Borsa Italiana (www.borsaitaliana.it), «consiste nell’opportunità per il debitore (mutuatario) di accordarsi con una nuova banca per poter sottoscrivere un altro mutuo con cui estinguere quello con la banca originaria, a condizioni economiche migliori, il tutto senza costo alcuno. A seguito della sua sottoscrizione, la banca subentrante provvederà a saldare il vecchio debito residuo, sostituendosi al creditore originario nella relazione con il mutuatario. Il debitore si troverà così a rimborsare la nuova banca, alle condizioni concordate con quest’ultima». In poche parole, dunque, si tratta di passare a un nuovo istituto di credito per avere un mutuo a condizioni più vantaggiose.
Stando alle ultime previsioni, inoltre, il rallentamento delle sottoscrizioni dovrebbe proseguire per tutto l’anno. Secondo Giuseppe Piano Mortari, direttore operativo di Assofin, «difficilmente assisteremo a una nuova impennata, anche perché le previsioni sul fronte dei tassi sono rialziste». E questo farebbe diminuire l’attrattiva della surroga.
Banche impaurite. A quanto raccontano gli addetti ai lavori, gli istituti tendono a concedere meno surroghe perché temono il “surrogatore seriale”. Le norme in materia non prevedono limiti al numero di passaggi da una banca a un’altra e questo avrebbe spinto diversi clienti a spostare di continuo il proprio debito da un istituto all’altro, alla continua ricerca di tassi più convenienti.
Marco Ratti