27/10/2011
Dall’inizio del 2008, quando già si avvertivano i
primi sinistri scricchiolii
della recessione, al 31 maggio 2011
i depositi bancari medi per famiglia
sono cresciuti di circa 1.500 euro, da
21.821 a 23.426. In valori nominali,
un +7,4%. Nello stesso
periodo, però, costellato di continue rinunce e da progressivi disinvestimenti da
altre forme di risparmio (come la Borsa), a erodere questo pacchetto ci si è messa anche l’inflazione.
Il Centro Studi Sintesi ha calcolato, infatti, che considerando l’indice di rivalutazio-
ne monetaria dell’Istat (relativo a famiglie di operai e impiegati), la crescita dei
prezzi è stata del 6,8%. Dunque, in
termini reali, il deposito bancario medio della famiglia italiana è aumentato
di un piccolo 0,6 per cento.
Analizzando, però, il dettaglio territoriale, la situazione non è omogenea. Infatti i depositi sono aumentati
in 11 regioni, mentre nelle altre nove
sono diminuiti. La più brillante si è
dimostrata la Valle d’Aosta (+5,3%),
che ha superato di un’incollatura
la Liguria (+5,2%), mentre più di-
stante si è piazzato il Friuli Venezia
Giulia (+4%). Maglia nera all’Umbria
(-7,9%), ma nel gruppo dei territori
di segno “meno” spiccano soprat-
tutto realtà del Centro (pesante anche la recessione in Toscana) e del Mezzogiorno.
Nelle tabelle allegate, le classifiche regionali e per Provincia riportano il totale dei depositi (a sinistra) e quelli delle famiglie (a destra), sempre al netto dell’inflazione.
Elena Zuccaro