18/08/2011
Che sia per mangiare un kebab o per trovare accessori a basso costo, oltre la metà degli italiani sceglie di fare shopping in negozi e bar gestiti da stranieri. I curiosi sono soprattutto i giovani, mentre sopra i 55 anni si continua a privilegiare la tradizione. Sono alcuni dati che emergono dalla ricerca compiuta dalla Fondazione Leone Moressa (vedi tabelle in allegato) su un campione di 600 italiani: il 50,8% degli intervistati è stato almeno una volta in un esercizio commerciale gestito da stranieri.
Però, nonostante la loro larga diffusione, in pochi scelgono di provare parrucchieri, centri estetici o internet point “stranieri”, mentre la maggioranza fa acquisti abituali in ristoranti, bar, gastronomie e nei negozi di abbigliamento e bigiotteria. I motivi? La curiosità spinge il 41,5% del campione, ma anche i prezzi convenienti (24,3%), la vicinanza a casa (11,1%), la varietà di prodotti e gli orari più flessibili (8,2%).
È soprattutto nelle grandi città, come Roma, Milano e Torino, che si riscontra il maggior numero di esercizi commerciali gestiti da stranieri, anche se continua la diffusione a livello nazionale con un tasso di crescita del 6,6% l’anno. Su 100 imprenditori impegnati nel commercio, 9 sono stranieri per un totale di 233mila soggetti.
Bisogna aggiungere che per il 40% degli intervistati commercianti e ristoratori stranieri sarebbero uno svantaggio: l’accusa è quella di “concorrenza sleale” rispetto ai punti vendita tradizionali e c’è chi li ritiene causa del degrado della propria zona. Fatto sta che quando si tratta di mangiare etnico i clienti italiani si ritengono molto soddisfatti, così come apprezzano i prezzi più bassi.
Martina Mosca