Crisi e Pmi, 39 metri per uscire dal tunnel

Dalla rilevazione di Fondazione Impresa emergono i progressi delle piccole imprese, che però crescono « a passo di lumaca»

23/03/2011

Per uscire dalla crisi le piccole imprese italiane devono percorrere ancora 39 metri. Un po’ meglio di qualche mese, ma ancora lontane dal traguardo. È quanto emerge dalla seconda rivelazione di Fondazione Impresa, che ha chiesto ha 1.200 aziende dove si posizionerebbero se il tunnel della crisi fosse lungo cento metri. Per la precisione, in media le piccole imprese italiane hanno percorso 61,3 metri, due meglio rispetto a metà 2010 (nel pdf allegato le tabelle con i risultati).


I settori. Qualche progresso in più, in questa particolare classifica, lo hanno fatto l’artigianato, la piccola impresa e i servizi, nell’ordine a 64,7, 62,9 e 61,2 metri. Resta indietro, invece, il commercio, fermo a 56 metri.

La mappa.
La situazione va meglio al Nord Est (65,1 metri) e al Nord Ovest (63,2 metri), mentre si collocano sotto la media nazionale le imprese del Centro (58,3 metri) e del Sud e Isole (57,9), che comunque hanno fatto un maggiore passo in avanti rispetto all’ultima rilevazione (+2,4 metri).

I motivi.
Tra gli elementi che fanno sperare, stando all’indagine, c’è innanzitutto la ripresa della domanda e degli ordini, anche se in misura minore rispetto allo scorso anno (il 53,1 per cento dei piccoli imprenditori, cioè l’11,8 per cento in meno dell’ultima rilevazione). Il 37,3 per cento parla poi di una situazione economica generale migliore, mentre solo il 5,3 per cento ha sottolineato decisioni istituzionali più incisive.

Qualche dato. Secondo i risultati dell’Osservatorio congiunturale in Italia elaborato da Fondazione Impresa,  nel secondo semestre 2010 l’export è aumentato dell’1,9 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno prima, anche se non è seguita una crescita analoga della produzione e del fatturato. Indicazioni negative arrivano invece dal mercato del lavoro: la dinamica occupazionale avrebbe registrato una flessione dell’1,3 per cento. Cala anche la propensione a investire, con meno del 10 per cento delle imprese che ha fatto investimenti nella seconda metà del 2010.

L’analisi.
Secondo Cristina Cama, ricercatrice di Fondazione Impresa, «le piccole imprese italiane sono ancora nella crisi, fanno progressi ma a passo di lumaca. Ma come una lumaca, la lenta ripresa lascia una scia pesante, che è quella della disoccupazione: le piccole imprese hanno dichiarato di aver effettuato tagli anche negli ultimi mesi. E gli investimenti stentano a decollare». Qualche speranza, comunque, c’è. «Nei prossimi mesi», dice ancora la ricercatrice, «dovremmo assistere a qualche miglioramento. Artigianato e piccola impresa smettono di ridimensionare i propri organici e cresceranno di pochissimo esportazioni, produzione/domanda, fatturato e investimenti. Anche se resta difficile tuttavia dichiarare la ripresa».

Marco Ratti
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