Emilia e Veneto, addio ai giovani imprenditori

Negli ultimi tre anni gli amministratori di società con meno di 30 anni sono scesi di 28mila unità. Il NordEst è l’area più in crisi

21/03/2012

Oltre che per il mercato del lavoro, la crisi sembra stia facendo sentire maggiormente i suoi effetti anche sui giovani imprenditori: negli ultimi 3 anni titolari ed amministratori Under 30 sono diminuiti consistentemente (oltre 28 mila in meno) accentuando una flessione che dal 2005 sfiora il 20%. Anche se i servizi tengono, le diminuzioni sono abbastanza generalizzate, colpendo in misura più intensa il NordEst. Il rischio è che si perda nel nostro Paese la cultura imprenditoriale e che i giovani scartino questa prospettiva: infatti, mentre i giovani imprenditori diminuiscono drasticamente, quelli più “maturi” seguono percorsi meno preoccupanti. Questi i principali dati di uno studio di Datagiovani.


Il numero di amministratori e titolari under 30 è sceso alla fine del 2011 al di sotto di 350 mila: erano oltre 378 mila nel 3° trimestre 2008, e quasi 436 mila (86 mila in più) alla fine del 2005. E la flessione non è generalizzata: a livello complessivo le cariche imprenditoriali degli Over 30 sono in leggera crescita dall’inizio della crisi e in buon progresso sul 2005 (+5,7. Il risultato è che il peso dei giovani imprenditori sul totale si sta abbassando: oggi rappresentano il 5,7% delle cariche totali.

Tra i territori soffre di più il Nordest. Questa è l’area in cui sia dall’inizio della crisi che rispetto a sei anni fa si è assistito alla perdita maggiore di imprenditori giovani: si tratta dal 3° trimestre 2008 di circa 3.700 giovani imprenditori in meno in Emilia Romagna e poco meno di 3 mila in Veneto. NordOvest e Mezzogiorno non sono immuni dalle tendenze negative, anche se in misura minore, mentre il Centro sembra soffrire meno.

Rispetto al 3° trimestre 2008 l’unico settore economico che sembra mantenere appeal e possibilità imprenditoriali per i giovani è quello dei servizi, che oltre ad essere uno di quelli in cui l’incidenza dei giovani rispetto al totale è più consistente (oltre il 6%) registra una crescita di oltre 2.800 unità (sebbene rispetto al 2005 la flessione sia del 13%). Malissimo, invece, il comparto manifatturiero, che con un terzo di giovani imprenditori in meno rispetto al 3° trimestre 2008, e quasi la metà sul 2005, mostra una vera e propria emorragia. Nel complesso, almeno rispetto all’inizio della crisi, l’agricoltura segna tendenze meno negative (-6,5%). Vedere le tabelle allegate

P.M.G.
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