24/05/2010
Quando e come hai inziato a fare l'attrice?
«Dieci anni fa, quasi per caso. Lavoravo a Lecce in un negozio di abbigliamento quando un amico che era l’organizzatore del casting mi ha convinto a partecipare al provino di “Liberate i pesci” diretto da Cristina Comencini. Da tempo cercavano un’attrice in giro per l’Italia senza risultati: poi sono arrivati anche in Puglia. In ogni caso la recitazione non era assolutamente nei miei programmi: non è che non volessi fare l’attrice, molto più semplicemente non l’avevo mai considerata come possibilità. E invece…».
E invece?
«E invece è andata a finire che mi hanno scelto».
Che ricordo hai di quel giorno?
«La prima sensazione che mi viene ripensando al giorno del provino è lo stato di totale incoscienza con cui mi sono presentata: non ero pronta, non sapevo cosa dovevo fare ma forse è stata proprio la mia fortuna».
Eri da sola?
«Stai scherzando? Io sono una figlia del Sud: con me c’era mia madre che mai avrebbe pensato che due mesi dopo avrei avuto la parte. In parte è come se l’avessi delusa. Aveva paura che me ne sarei andata. E così, effettivamente, è stato».
Come è cambiata la tua vita?
«Innanzitutto ho capito che mi sarebbe piaciuto provare a fare l’attrice e sono andata a Roma a studiare recitazione: per me che arrivavo da Lecce senza alcune esperienza era come andare a Hollywood. Ricordo con particolare emozione quando sono andata alla prima del film: ho avuto i brividi».
È stato difficile lasciare la tua famiglia, la tua casa, la tua città?
«Indubbiamente sì. Soprattutto all’inizio ho dovuto lottare con la nostalgia. Mia mamma non mi ha parlato per mesi perché ogni volta che ci sentivamo lei cominciava a piangere alimentando il mio senso di colpa per essermene andata. In ogni caso ho sempre avuto il sostegno della mia famiglia tanto che non c’è stato provino in cui all’inizio non sia stata accompagnata da mio padre e mio fratello che partivano apposta per starmi accanto».
Oggi interpreti Serenella nella nuova fiction di Canale 5 “I delitti del cuoco”. Ci descrivi il tuo personaggio?
«Sono la classica fidanzata modello: dolce, comprensiva e soprattutto innamoratissima di Francesco interpretato da Enrico Silvestrin».
Tutto bene dunque?
«Tutt'altro. Posso solo dire che è una ulteriore dimostrazione che gli uomini non si sanno accontentare di ciò che hanno».
Il protagonista è Bud Spencer, un mito per i telespettatori italiani. Come è stato lavorare con lui?
«È stato davvero un piacere: è un uomo splendido, umile, gentile, carico di umanità. È un tenerone oltre che un fantastico attore. E a chi crede che sia enorme posso rispondere che è dimagrito veramente tanto».
Quali altri progetti hai in cantiere?
«Più che progetti si tratta, per fortuna, di solide realtà: per me è un momento in cui tutto sembra girare per il verso giusto. Avrò un ruolo da protagonista nel film Tv “Due mamme di troppo” in onda tra settembre e ottobre su Canale 5 e proprio tra pochi giorni, tra fine maggio e i primi di giugno, comincio le riprese della seconda stagione di “Anna e i cinque”, la fiction con Sabrina Ferilli di cui sarà la malvagia antagonista. Non posso dire molto ma dal copione ho capito che avrò a che fare con una donna davvero tremenda, ricchissima e viziata».
Che ruoli preferisci intepretare?
«È difficile fare una classifica: senza dubbio quelli della cattiva sono più colorati. L’importante nel nostro mestiere è comunque cercare di non rimanere schiavi di un personaggio».
Hai anche lavorato all’acquario di Genova: come è andata?
«Nel film “Apnea”, diretto dal bravissimo regista Andrea Traina: è stata un’esperienza unica. Lavoravamo solo di notte, quando la gente non può accedere. E l’atmosfera era davvero surreale. Fuori il buio totale e noi che passavamo da una stanza con i delfini a una con gli squali. In pochi giorni abbiamo fatto un buon lavoro: e i risultati della critica e del pubblico ci hanno premiato».
Ti piacerebbe lavorare in Tv?
«Ed eventualmente in quale programma ti vedresti bene? Certo, sono sempre aperta alle nuove esperienze anche se per il momento sono concentrata prevalentemente sulla recitazione. E se proprio devo scegliere un programma dico “Zelig”: trovo stimolante il rapporto diretto con il pubblico».
Alberto Picci