Raffaella Curiel: pasta, riso e fantasia

La nota stilista di alta moda si racconta dopo aver pubblicato un elegante libro di ricette.

22/02/2011

«Adoro cucinare. È sempre stato un modo per tenere unita la famiglia. Tra i fornelli mi sento realizzata nel mio lato femminile, visto che nella vita professionale mi tocca essere soprattutto manager».

– Dunque, figli e nipoti vengono volentieri a casa sua, anche per i suoi manicaretti?

«Sì, per me il concetto di desco è importante. Noi veneti diciamo il foghér, il focolare».
 
– Quali sono i piatti che ama preparare?

«Sono famosa per i miei giganteschi bolliti, che preparo alla domenica e nelle feste. Con quelli, poi, faccio scorte di brodo che surgelo, per fare i risotti e i cappelletti».

– I tortellini li prepara lei?

«No, la pasta ripiena la faccio arrivare da un fornitore di fiducia. Preparo sempre le tagliatelle in casa, con la classica macchina a manovella dell’Imperia. Prima faccio l’impasto: un uovo ogni 100 grammi di farina, sale, un pizzico di zucchero. La stendo al livello 7, perché la sfoglia mi piace molto sottile».

– Dove ha imparato a fare la pasta a mano?

«In casa. Mia madre, che era una grande stilista, era anche una cuoca apprezzata. A cena da noi venivano Mario Soldati e Indro Montanelli. Fino a 15 anni non ho mai assaggiato la pasta normale, tipo spaghetti o maccheroni. Da noi si mangiava solo pasta fresca, fatta dalla mamma».

– Anche lei è mamma e ora nonna, quali sono i piatti più amati dai suoi figli e dalla nipotine?

«Le mie nipotine sono molto viziate: una ama la pastasciutta, l’altra il risotto. Quando vengono da me, metto sui fuochi due pentolini... La buona cucina, come dicevo, è sempre stato un modo per avere tutti qui: i figli e anche i loro amici. Così, ho sempre conosciuto da vicino le loro compagnie. I loro amici mi vogliono bene».

– Da stilista ha vestito signore importanti: la Thatcher, Hillary Clinton, Letizia Moratti. Ora ha scritto un libro di cucina, metterà tutte ai fornelli?

«Ho raccolto le ricette della mia vita. Ho tre scaffali di libreria pieni di libri, ritagli e foglietti con le ricette delle amiche».

– Gli scaffali sono in cucina?

«No, in camera. A volte mi ispiro prima di addormentarmi».

di Giusi Galimberti
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