10/01/2012
L'inaugurazione di Pitti Immagine Uomo 81
Piedi per terra e sguardo al cielo. C’è aria di ottimismo
per le potenzialità della moda made in Italy a Pitti Immagine Uomo, pur senza dimenticare le difficoltà economiche
e finanziarie che le aziende, anche i grandi marchi, devono affrontare. In
una Fortezza da Basso affollata di buyer e
addetti ai lavori, ha preso il via l’81° edizione di una delle più
importanti fiere internazionali dedicate alla moda maschile.
A fare gli onori di casa l'amministratore delegato di Pitti Immagine
Raffaello Napoleone, insieme con il presidente di Pitti Immagine Uomo Gaetano Marzotto:
«I 1.140 espositori, dei quali 400 provenienti dall’estero, dimostrano la forza
di Pitti immagine, un evento moda che raccoglie i migliori brand, dal classico
aggiornato al fashion».
Quattordici
sezioni che rappresentano i diversi tipi di mercato e che si rivolgono ai
23mila compratori provenienti da oltre 100 Paesi. «I giapponesi nell’ultimo
anno hanno acquistato un +2% dalle aziende italiane, il made in Italy esporta
il 60% della propria produzione e la Holiday season (cioè gli acquisti dei
negozi per la stagione estiva) negli Stati Uniti è andata particolarmente bene
– sottolinea Gaetano Marzotto -: questi dati devono essere una spinta anche per
le aziende italiane che possono crescere in tanti nuovi Paesi emergenti, come
il Kazakhistan per fare un esempio. Pitti punta tutto sulle novità, su chi è
capace di innovare e sui giovani».
Ma non c’è solo
ottimismo all’apertura di Pitti. Il presidente si Sistema Moda Italia
Michele Tronconi ricorda la necessità di una ripresa che parta da una diversa
fiscalità a carico delle imprese: «Le aziende non chiedono sovvenzioni, né
aiuti a pioggia, ma costi più bassi, che tradotto significa spostare l’imposizione fiscale dalle
imprese alle cose». Pitti Uomo vuole essere anche un trampolino di lancio
per la ripresa delle aziende del settore moda, come si augura il sindaco di
Firenze Matteo Renzi: «Per Firenze la quotazione in borsa di Ferragamo,
l’inaugurazione del museo Gucci e della nuova sede del Polimoda sono alcuni dei
segni della crescita per la città, ma anche per il settore. I grandi numeri che
Pitti continua a macinare sono un segno di ottimismo, simbolo di un modello
culturale dell’economia reale contro la filosofia dello spread e della
finanza». Un 2012 che si apre a Pitti Uomo con la voglia di guardare in
positivo.
Una giacca Cantarelli presentata a Pitti Uomo
Artigianalità e cura del dettaglio. Le nuove collezioni presentate in anteprima a Pitti Uomo hanno un’unica parola d’ordine: eleganza e raffinatezza. La cura del dettaglio è fondamentale per l’autunno/inverno 2012/2013 che fa dell’artigianalità il suo punto di forza: abiti su misura, calzature dipinte a mano, borse che esibiscono lavorazioni artigianali su pelli pregiate, pashmine tessute su antichi telai. Anche con il freddo non si può rinunciare all’eleganza: i capispalla e le giacche hanno un taglio sartoriale, i modelli più classici sono arricchiti da inserti in tessuto “tecnico” o di fustagno e lane caldissime. La giacca di lana è la vera protagonista delle nuove collezioni, si indossa comodamente come una maglia, raccoglie la tradizione delle fantasie inglesi e dei colori tipici del tricot. Spazio ai tessuti jersey di lana dal taglio vivo, le giacche in cotone e lana impreziosite da bottoni in argento o in corno, i loden e i montgomery rivisitati in jersey di lana, con fantasie a quadri o finiture a contrasto.
I giovani. Pitti punta molto sui giovani. Non soltanto sugli stilisti emergenti della Tokyo fashion week, ai quali è riservata una sezione speciale, ma anche su tutte le nuove tendenze. Tra le aree dedicate agli stilisti emergenti, troviamo My Factory con tante novità: dai capi multifunzione e trasformabili di Drink Beer Save Water ai capospalla di Bleu de Paname, che reinterpretano l’abbigliamento da caccia del Novecento, dai polacchini del designer statunitense Jeffrey Campbell alle eco-snakers effetto stropicciato di Civic Duty fino alle sneakers ripiegabili di Le Fool. Giubbotti, pantaloni, cinture, con stile vintage o nate dal riciclo di camere d’aria, dalla pelle invecchiata ai tessuti da lavoro.
Eleonora Della Ratta