02/06/2011
L'Ispra (Istituto per la protezione ambientale) ha da poco presentato l'Annuario dei dati ambientali 2010 segnalando, in Italia, una diminuzione importante delle emissioni di anidride carbonica pari al 9% in meno rispetto al biennio 2008/2009. Buone notizie dunque? Non proprio. Se da un lato, infatti, la fotografia dell'inquinamento parrebbe significare un segnale positivo su un mutamento delle "abitudini" degli italiani, dall'altro la reale spiegazione del calo drastico delle emissioni, secondo gli studiosi, risiede in realtà nella crisi economico-finanziaria che ha investito in particolare il settore industriale. Più nel dettaglio, dal 1990 al 2009 si è notato un calo di emissioni in atmosfera di zolfo (-87,2%), ossidi di azoto (-51,3%) e ammoniaca (-16,5%) che però non è ancora sufficiente a lasciare tranquilli gli studiosi sulle possibili ricadute sulla salute dei cittadini.
In Italia, infatti, nel 2009 il 45% delle stazioni di monitoraggio di Pm10 ha superato il valore limite giornaliero, in particolare nelle grandi città dell'area padana dove è risultata più alta la concentrazione di polveri. È d'altra parte vero, seppur in mancanza di una dato completo, che il Pm2,5, quello cioè che penetra più a fondo nel sistema respiratorio, è risultato, nel 77% delle 60 stazioni monitorate, entro il limite di 25 μg/m3, che entrer‡ in vigore nel 2015. Altre buone notizie vengono dal gas serra: fino al 2004 le emissioni sono state sempre in crescita, successivamente c'è stato un calo in concomitanza con la crisi economica che ha toccato l'apice con il meno 9,3% nel 2009 rispetto al 2008: rimane il fatto che i traguardi fissati dal Protocollo di Kyoto, al momento rimangono utopistici.
Redazione 2C Edizioni