15/11/2012
Vale ancora la pena parlare di “cieli bui” sebbene il nostro Parlamento, bocciando quest'operazione di Enrico Bondi nell'ambito della spending review, ci abbia fatto perdere un'ennesima occasione di risparmiare e di allinearci ai Paesi più avanzati. E nel contempo di esaltare il nostro ruolo di grandi esportatori. Esportatori di intelligenza. I cieli bui infatti richiedono lampioni intelligenti capaci di ridurre l'emissione della luce nelle ore in cui non è effettivamente necessaria senza che occorra proprio spegnerla.
I lampioni intelligenti che garantiscono un'illuminazione a bassissimo costo e anche tanti altri servizi che rendono più moderno ed efficiente un Comune.
Ma che cosa sono i lampioni intelligenti?
Il sistema prodotto da Enel insieme a "I Guzzini" si chiama Archilede ed è
già stato installato in ben 1600 Comuni italiani dove lampade a Led,
sensori di controllo remoto e la telemanutenzione già permettono un
risparmio del 50%. Illuminando non meno, ma meglio.
E non c'è solo Archilede, c'è Minos dell'Umpi di Cattolica, capace anche
di trasformare un palo della luce in un centro servizi che vanno dalla
gestione e riscossione dei parcheggi al monitoraggio dell'abbandono
piratesco dei rifiuti, dalla ricarica delle autovetture, delle
biciclette e degli scooter al monitoraggio delle crepe negli edifici e
addirittura delle perdite d'acqua.
Aggiungiamo pure la sorveglianza
contro i furti e la gestione del traffico e non ci stupiremo che Minos
stia avendo un grande successo non solo in Ialia, ma anche all'estero.
Infine segnagliamo Arianna di Padova, il lampione intelligente,
orgogliosamente Made in Italy.
La palla è ora agli amministratori locali cui compete la possibilità di far crescere delle "smart city" senza spegnere la luce. Al di là delle commissioni
parlamentari e dei nostri politici.
Ida Molinari