11/01/2012
Il Journal of Neuroscience ha recentemente pubblicato i dati
emersi da uno studio realizzato su una nuova classe di composti in
grado di reagire in maniera selettiva sui recettori della melatonina MT2 che
regolano l'insorgenza del sonno profondo, quello non-REM, regolato dai
recettori MT1. A dirigere gli esperimenti
è stata Gabriella Gobbi della McGill University e i risultati finora raccolti
sono incoraggianti: il composto UCM765, testato sugli animali, favorisce
realmente il sonno profondo. Al contrario dei farmaci tradizionali
contro l'insonnia, l'UCM765 comporta un
aumento del sonno profondo senza distorcere l'architettura del sonno stesso con
la conseguenza che si riposa di più e meglio. Da qui si potrebbe infatti
partire per sviluppare una nuova classe di farmaci contro l'insonnia davvero
efficaci in considerazione del fatto che si tratta, a livello patologico, di
una condizione che colpisce ben oltre il 10% della popolazione mondiale con
conseguenze negative sul benessere psicofisico dei soggetti che ne sono
vittime.
Leonardo Volta