E la Soyuz porta in orbita "Galileo"

Lo storico razzo russo manda nello spazio i primi due satelliti operativi di "Galileo". La nuova rete europea di localizzazione e navigazione rivale del sistema americano Gps.

20/10/2011

Nonostante un rinvio per motivi tecnici, tutto è pronto alla base spaziale europea di Kourou per un lancio che segna una duplice svolta, sul piano della tecnologia e su quello della collaborazione internazionale. Per la prima volta, dal poligono della Guyana Francese partirà un vettore russo Soyuz, lo stesso tipo di razzo utilizzato per portare nello spazio i cosmonauti con l'omonima navicella spaziale. A bordo ci saranno i primi due satelliti operativi di Galileo: la nuova rete europea di localizzazione e navigazione che si affiancherà all'attuale sistema americano Gps, offrendo nuovi servizi e maggiore precisione.

Iniziamo dal lanciatore. Il razzo Soyuz ST-B è l'ultima evoluzione del leggendario R7 “Semyorka” che il 4 ottobre 1957 mise in orbita lo Sputnik 1, il primo satellite artificiale, e il 12 aprile 1961 portò Yuri Gagarin nello spazio. Migliorato e potenziato, ma senza modifiche sostanziali, oggi è utilizzato sia per i voli umani con la capsula Soyuz sia per lanciare satelliti artificiali o i veicoli cargo automatici Progress impiegati per portare rifornimenti alla Stazione Spaziale Internazionale. Semplice, robusto e affidabile, vanta il record di oltre 1.700 lanci. Un vero mulo della missilistica. Il razzo russo era lanciato esclusivamente dalla base di Baikonur, in Kazakistan, o da quella di Plesetsk nel Nord della Russia, vicino al circolo polare artico. Poi, l'accordo con la società europea Arianespace che gestisce i lanci da Kourou. Intesa che apre nuovi sbocchi commerciali al vettore russo e che affianca al possente Ariane 5 e al nuovo, piccolo Vega che debutterà a breve, un razzo di dimensioni e capacità di carico intermedie.


In cima all'ultra tradizionale vettore made in Russia, i due satelliti di Galileo: il più ambizioso e innovativo fra i programmi dell'Unione Europea. Inizialmente osteggiato dagli americani, che lo accusavano di essere un inutile doppione del loro sistema di localizzazione e navigazione GPS (Global Positioning System), il progetto europeo rappresenta molto di più di una semplice rivendicazione di autonomia strategica e tecnologica. A differenza del GPS, nato per impieghi militari e reso disponibile a tutti gli altri utilizzatori con segnali degradati che ne aumentano l'errore, Galileo è un sistema civile il cui funzionamento sarà assicurato anche in caso di guerre o crisi internazionali. Inoltre, avrà una migliore copertura e garantirà un livello di precisione superiore.

Sufficiente, per esempio, per guidare gli aerei in atterraggio. Quando la costellazione, composta da 30 satelliti, sarà ultimata l'errore massimo sarà dell'ordine di grandezza del metro. E, dal momento che gli apparati riceventi saranno compatibili anche con il GPS, combinando le informazioni dei due sistemi si scenderà nell'uso concreto a un errore di qualche centimetro. Quanto basta a un computer per guidare un'auto senza bisogno di un autista. Ma questo, per ora, è fantascienza.

Giancarlo Riolfo
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