16/01/2012
George Olah non è uno scienziato qualunque: nel 1994 ha
vinto il Premio Nobel per la chimica in virtù delle sue ricerche sui
carbocationi. Un motivo in più per seguire con interesse un suo nuovo studio
condotto alla guida di un team di ricercatori della University of Southern
California su un materiale plastico a
basso costo in grado di rimuovere grandi quantità di anidride carbonica
nell'aria. Addirittura, si ipotizza che potrebbe diventare la base per alberi
artificiali da installare lungo strade trafficate nel tentativo di limitare le
concentrazioni atmosferiche di CO2.
Poiché i combustibili fossili sono destinati a scomparire
o ridursi nei decenni a venire, Olah
suggerisce di raccogliere CO2 e, combinandola con idrogeno (privato di acqua),
generare un combustibile a base di metanolo impiegabile in molteplici funzioni.
Un altro degli obiettivi di Olah è rendere questa tecnologia a basso
costo: batterie a base ferrosa possono
immagazzinare l'energia in eccesso prodotta da fonti rinnovabili e
ri-immetterla in circolo nei momenti di picco della domanda. Per funzionare,
tali batterie si nutrono dell'ossigeno presente nell'aria. Ma basta che una
minima quantità di CO2 entri nella reazione per distruggere la batteria. Negli
ultimissimi anni i ricercatori hanno provato a battere la strada dei cosiddetti
zeoliti: funzionano, ma sono molto costosi.
Da qui la decisione di puntare su soluzioni alternative: a
partire dal Polietilenimmine, un polimero a buon mercato con discrete doti di
"assorbitore" di CO2. Ma solo sulla sua superficie. Procedendo con
gli esperimenti tra un solvente al metanolo e una "partita" di silice
pirogenica, i ricercatori sono arrivati a ottenere un nuovo materiale dalle
ottime potenzialità: testato in condizioni umide, il componente è stato in
grado di assorbire una media 1,72 nanomoli di CO2 per grammo. Ben al di sopra delle più rosee aspettative. Una
volta saputo di CO2, il materiale si rigenera facilmente: la CO2 fluttua
lontano dopo che il polimero viene riscaldato a 85°.
Leonardo Volta