05/09/2011
Per molti è sempre stato solo e soltanto il classico rimedio della nonna. Invece, un fondamento scientifico alla base delle proprietà curative del miele c'è come è stato dimostrato da uno studio presentato dai ricercatori del dipartimento di ingegneria chimica, materiali e ambiente dell'Università La Sapienza di Roma Roberto Lavecchia, Antonio Zuorro e Marco Fidaleo: in particolare, alcuni tipi di mieli italiani possono contrastare in modo efficace l'azione di batteri resistenti agli antibiotici.
I mieli di timo ed eucalipto da un lato agiscono come battericidi, dall'altro inibiscono il cosiddetto quorum sensing, cioè il sistema di comunicazione batterico. Tale sistema, basato sulla produzione e il rilevamento di molecole-segnale da parte dei microrganismi, svolge un ruolo essenziale nello sviluppo di infezioni acute o croniche difficili da debellare nonché nella formazione di biofilm batterici su cateteri, valvole cardiache e dispositivi protesici di vario tipo.
Fino a oggi, queste caratteristiche antimicrobiche erano state riscontrate sui mieli Ulmo d'origine cilena e Manuka provenienti dalla Nuova Zelanda. I ricercatori inoltre hanno osservato che miscelando mieli di diversa origine botanica e/o provenienza è possibile potenziarne l’attività e ottenere preparati a duplice azione, battericida e anti “quorum sensing”.
Leonardo Volta