29/09/2011
È il confine tra Eritrea ed Etiopia il nuovo obiettivo di
COSMO-SkyMed, il primo programma spaziale per applicazioni duali (civili
istituzionali/commerciali e militari) pensato e finanziato dall’Agenzia
Spaziale Italiana (ASI) e dal Ministero della Difesa e sviluppato da un team di
industrie nazionali sotto il controllo dell’ASI. La missione del satellite è
monitorare il vulcano Nabro che si credeva spento da tempo e, invece, ha
cominciato a dare segnali improvvisi e inaspettati di risveglio.
I primi "sintomi" sono stati registrati
all'inizio dell'estate con la rilevazione di alcuni terremoti di magnitudo 5.7
che hanno fornito dati interessanti elaborati dall'Istituto per il rilevamento
elettromagnetico dell'ambiente (Irea) del Cnr. La prima colata lavica risale a
luglio, ma quello su cui ora si interrogano i ricercatori sono le cause che
possono aver portato alla ripresa dell'attività vulcanica. Anche grazie al
contributo dei vulcanologi dell'Università di Leeds sono oggi disponibili i
primi dati: «L’analisi delle deformazioni ci dice che questa eruzione è stata
alimentata da una camera magmatica superficiale posizionata a sud del
cratere - ha commentato Carolina Pagli, ricercatrice a Leeds - e forse anche da un'altra situata più in
profondità. Senza l'accesso a questi dati, sarebbe stato praticamente
impossibile avere un quadro così dettagliato di questa eruzione». Proprio nelle
ultime settimane i terremoti nella zona sono tornati a intensificarsi anche se
non ci sono ancora elementi certi per stabilire se dal cratere uscirà una nuova
colata lavica. COSMO-SkyMed, comunque, continua a raccogliere dati ogni otto giorni.
Leonardo Volta