02/12/2011
La tradizione della pesca d'altura probabilmente ha radici
più lontane di quanto si fosse finora supposto. E di parecchi millenni. Gli
studi finora condotti sull'argomento avevano portato alla convinzione che
questa tipologia di pesca si fosse affermata circa 5.000 anni fa: le nuove
teorie, invece, la daterebbero intorno al 40.000 a.C.
Un pool di scienziati australiani e giapponesi ha infatti
colto nuovi elementi che lasciano intendere come il salto tecnologico
indispensabile per passare dalla pesca nei tranquilli fondali bassi a quella
off shore sia avvenuto in tempi decisamente antichi, addirittura preistorici.
Fondamentale è stato il ritrovamento nel sito di Timor Est denominato Riparo
Jerimalai di quelli che paiono essere a tutti gli effetti due ami preistorici insieme con resti di pesci che, a quanto si sa,
vivevano in acque profonde. Proprio partendo dalle specie rinvenute gli
studiosi hanno costruito la loro tesi.
«È straordinario pensare che queste specie fossero pescate
regolarmente già 40 mila anni fa. Questo richiede una tecnologia complessa e
dimostra che l’essere umano anatomicamente moderno del Sud-est Asiatico
possedeva abilità marittime avanzate». A ulteriore supporto della datazione
delle pesca d'altura va ricordato anche un articolo apparso su Nature nel
quale l'archeologo Christopher
Henshilwood dell'Università
Witwatersrand di Johannesburg (Sudafrica) afferma che l'homo sapiens sbarcò in
Australia 50.000 anni fa, motivo che induce a credere che fosse già padrone di
una tecnica di pesca d'altura che gli avrebbe permesso di vivere tanto a lungo
a bordo di imbarcazioni rudimentali in mare aperto.
Leonardo Volta