02/12/2012
Il risultato finale dell'icona della Vergine custodita nel Santuario di San Luca, ricoperta di marmo bianco ma con un cuore multimediale.
Fede e tecnologia si fondono per permettere ai non vedenti e non solo a loro di “guardare”, “ascoltare”, “toccare” l'icona della Madre di Dio venerata in tutto il mondo e custodita nel Santuario di San Luca che domina Bologna. La nuova icona multimediale è fruibile nel santuario dal 3 dicembre alle ore 11 in occasione della giornata dei diritti delle persone con disabilità.
La pittura vera fissata su tavola e alquanto deteriorata dal tempo, risente dell'arte bizantina e risale forse al XII secolo. La Vergine ha un'espressione dolce, un po' severa e mesta, ha un sguardo penetrante e profondo che colpisce il devoto. Il bambino, meno visibile, è solenne e ieratico alla maniera bizantina.
Entrambi sono coperti da un prezioso frontale d'argento e sono sospesi nel santuario sicchè risultano fisicamente lontani e davvero poco visibili. La nuova icona dell'istituto pisano di robotica è riprodotta a grandezza naturale e consiste di un rilievo tattile realizzato con un sottilissimo foglio di marmo di Carrara che sarà possibile scoprire anzittutto al tatto, ma anche con la vista e con l'udito. L'icona non sarà infatti un mero bassorilievo, ma un vero oggetto multimediale che dobbiamo alle competenze dell'Associazione Mnemosyne del Sant'Anna, ai marmisti di Carrara e alla collaborazione dei Beni Culturali della Regione, nonchè ai finanziamenti della ditta Pelliconi.
L'icona originale della Madonna di San Luca a Bologna: risente dell'arte bizantina e risale forse al XII secolo.
Grazie al tatto, agli occhi e all'aiuto della parola sarà agevole ricostruire il percorso di un'opera che vanta circa 900 anni. Anche se la linea guida dell'intera operazione è stata l'accessibilità per i non vedenti, la fruizione è per tutti. Tutti potranno godere delle sue caratteristiche dimenticando i danni del tempo. Col tatto o con gli occhi tutti i fedeli potranno cogliere l'intensità dello sguardo del Bambino. Ma anche quello della madre che non smette di fissarti mentre con la grande mano ti invita a volgere l'attenzione al Figlio, fonte della vita.
Dicono i ricercatori di Mnemosyne: «Non abbiamo proposto una scultura, ma un'immagine che in realtà si mostra bidimensionale. E ti porta oltre, dove la figura umana perde significato trasportandoti quasi al cospetto dell'eterno».
Ida Molinari