Non si sbadiglia solo per noia...

... ma anche per empatia. È questo quello che emerge da uno studio di due ricercatori italiani che hanno testato come i soggetti emotivamente affini si contagino maggiormente nello sbad

04/01/2012

Chi è convinto che "lo sbadiglio contagioso" sia una sorta di leggenda metropolitana si sbaglia. E non solo. Il fenomeno sarebbe addirittura più frequente e veloce tra persone unite da un legame "empatico": amici, parenti stretti, coppie. Mancava l'evidenza etologica che lo dimostrasse sul campo e ora, grazie allo studio dei ricercatori Ivan Norscia ed Elisabetta Palagi dell'Università di Pisa e del Cnr di Roma, sappiamo con certezza che la trasmissione dello sbadiglio è quella che si potrebbe definire una forma di contagio emotivo.  

A spiegarlo in un articolo aparso su PlosONE è la stessa scienziata: «Lo sbadiglio spontaneo, non sollecitato da altri sbadigli, è un comportamento evolutivamente molto antico, presente già nei pesci ossei che popolano il nostro pianeta da almeno 200 milioni di anni. A seconda del gruppo animale nel quale si ritrova, può indicare stress, noia, stanchezza o segnalare un cambio di attività, ad esempio dal sonno alla veglia e viceversa. Lo sbadiglio ‘contagioso’ è un fenomeno completamente diverso, più ‘moderno’, dimostrato finora solo in alcune scimmie (scimpanzè e babbuini gelada) e nell’uomo e ipotizzato anche per animali con capacità cognitive e affettive sviluppate come il cane. Nell’essere umano normalmente lo sbadiglio può essere evocato da un altro sbadiglio entro 5 minuti».  

Le categorie di coppie sottoposte all'esperimento, effettuato su adulti in Italia e in Madagascar, era composte da persone tra loro sconosciute, conoscenti che si frequentano solo perché uniti da un terzo elemento comune, come il lavoro o un amico, amici che si frequentano per scelta, parenti stretti quali nonni/nipoti, genitori/figli, fratelli e compagni di vita. E ancora, secondo Ivan Norscia: «Un’analisi statistica ha rivelato che la presenza e la frequenza di contagio non è influenzata da differenze di contesto sociale o dalle modalità di percezione (sentire uno sbadiglio evoca una risposta tanto quanto vederlo, o vederlo e sentirlo), né da differenze di età, di genere o di nazionalità. Ciò che influenza il contagio è la qualità della relazione che lega chi sbadiglia e chi ‘riceve’. È più probabile che una persona ‘ricambi’ se ad aver sbadigliato è una persona amata. Lo studio rivela un trend preciso: il contagio è massimo tra familiari o coppie e diminuisce progressivamente tra amici, conoscenti e sconosciuti, in cui è minimo. Anche la latenza di risposta, cioè il tempo di reazione, è minore in familiari, amanti e amici rispetto a conoscenti o sconosciuti».

Leonardo Volta
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