10/10/2011
Anche la soggettività della percezione del dolore, da oggi in poi, potrebbe essere misurata come se fosse un semplice rialzo febbrile. A sostenerlo, un gruppo di ricercatori di Stanford che, sotto la guida del professor Sean Mackey: lo studio ha realizzato un sistema che consente di diagnosticare il dolore basandosi sull'attività fisiologica del cervello anziché su ciò che il paziente dice di sentire. In altre parole, il dolore verrebbe calcolato in modo oggettivo. Partendo da una risonanza magnetica funzionale di otto pazienti sottoposti a una sollecitazione termica che avrebbe provocato un moderato dolore, gli scienziati hanno messo a punto un "dolorimetro", cioè un modello virtuale di sofferenza. Nell'81% dei casi il computer ha avuto ragione individuando quali tra i azienti avessero davvero sentito dolore. “Un punto chiave da ricordare è che questo approccio ha misurato oggettivamente il dolore termico in condizioni di laboratorio controllate”, ha spiegato Mackey: “Bisogna stare attenti a non generalizzare questi risultati dicendo che possiamo misurare il dolore in ogni circostanza”.
Leonardo Volta