Spazio, il robot Curiosity verso Marte

E' partito da Cape Canaveral sabato 26 novembre. Il viaggio durerà nove mesi. È il più grande laboratorio mai inviato su un altro pianeta. Studierà il clima per future missioni umane.

26/11/2011

E' finalmente partito da Cape Canaveral, sabato 26 novembre, per una nuova missione della Nasa su Marte, il razzo Atlas V con il robot Curiosity. Quest'ultimo, che dopo nove mesi di viaggio si poserà sul Pianeta Rosso, è un laboratorio scientifico mobile a sei ruote motrici. L'aspetto è simile a quello dei suoi predecessori, i robottini Spirit e Opportunity, ma le analogie si fermano qui. Se questi, infatti, hanno grosso modo le dimensioni di un carrello del supermercato, Curiosity è grande come un'automobile. E, con una massa di una tonnellata, è cinque volte più pesante.
Ecco in un video della Nasa (solo in inglese), girato in computer grafica, il viaggio nello spazio e lo sbarco di Curiosity sul suolo di Marte
:


Se invece del peso complessivo si prende esame la sola strumentazione scientifica, Curiosity ha un equipaggiamento che è 15 volte quello dei precedenti robot. È, insomma, il più grande laboratorio mai inviato dall'uomo su un altro pianeta. Tanto che per posarlo dolcemente sul Pianeta Rosso la Nasa ha dovuto inventare un nuovo sistema. Le precedenti sonde, una volta entrate nella rarefatta atmosfera marziana, erano dapprima frenate da un paracadute. Poi, a pochi metri dal suolo, si gonfiavano dei palloni – veri e propri airbag – che assorbivano l'energia dell'impatto. Il nuovo “rover” - così la Nasa chiama questi esploratori meccanici - è troppo pesante per usare la stessa tecnologia. La soluzione è uno speciale stadio di discesa che utilizza dapprima i paracadute, quindi accende alcuni motori a razzo per fermarsi a mezz'aria a pochi metri dal suolo e calare il veicolo-robot con un verricello.


Curiosity è diretto verso il cratere Gale. Atterrerà alla base di un monte alto cinque chilometri che svetta all'interno del cratere, in una zona che mostra chiari segni di sedimenti alluvionali e altre tracce legate alla presenza in passato dell'acqua. Con i suoi dieci strumenti il robot determinerà la composizione delle rocce e del suolo, studierà il clima, misurerà le radiazioni in previsione di future missioni umane e cercherà di ottenere informazioni utili a capire se l'ambiente possa essere stato adatto a ospitare forme elementari di vita.

Per gli scienziati, la vita è legata all'acqua. E a questo proposito, nei giorni scorsi è giunta la notizia che sotto la crosta ghiacciata di Europa, una delle lune di Giove, c'è un enorme bacino di acqua allo stato liquido. La scoperta nasce dai dati raccolti dalla sonda Galileo, lanciata nel 1989. E' l'ennesima conferma del prezioso contributo che le sonde-robot danno alla conoscenza.

Giancarlo Riolfo
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