31/10/2011
Gli avventurieri che nei secoli hanno affrontato i deserti
hanno raccontato della certezza di vedere un'oasi che, di fatto, non c'era. Ma
senza diventare tanto estremi, a molti di noi è capitato, magari durante un
lungo viaggio in macchina sotto il sole cocente di luglio/agosto, di vedere in
lontananza delle pozze d'acqua poi rivelatesi irrimediabilmente asfalto. Come
nasce scientificamente un miraggio?
È quello che hanno provato a spiegare alcuni ricercatori del
Texas. Il loro esperimento, dimostrato anche attraverso un video,
si basa essenzialmente sull'utilizzo di sottili strati di nanotubi in carbonio
che riproducono l'effetto miraggio grazie alla bassa densità e all'alta
resistenza, oltre, ovviamente, a essere degli ottimi conduttori di calore.
L'effetto "bagnato" in strada è dovuto al fatto che i raggi di luce
sono deviati verso l'occhio dell'osservatore invece di essere normalmente
riflessi: in pratica quello che vediamo è ciò che il cervello interpreta
seguendo la spiegazione più semplice.
Con in nanotubi in carbonio succede la stessa cosa: grazie
alle temperature che riescono a raggiungere velocemente, i raggi di luce
vengono deviati dall'oggetto che si vuole nascondere, rendendolo
"invisibile".
Leonardo Volta