Auto e tv, i nemici del cuore

Secondo uno studio svolto in 52 Paesi che li usa abitualmente ha il 27 per cento di rischio d’infarto in più di chi non li possiede

27/01/2012

Auto e televisione rappresentano una serie minaccia per il cuore. Lo conferma una ricerca dell'Interheart Study, condotta su 29.000 persone da 262 centri in 52 Paesi in Asia, Europa, Medio Oriente, Africa, Australia, Nord e Sud America, pubblicata on line sull'European Heart Journal. Secondo i ricercatori le persone che svolgono un lavoro che comporta un movimento moderato hanno un rischio più basso di un quinto (22 per cento) o di un decimo (11 per cento) di incorrere in un attacco cardiaco rispetto a quelle che svolgono un lavoro prevalentemente sedentario. Però, se l'attività in movimento è pesante si annulla il beneficio. Chi, invece, pratica sport durante il tempo libero ha un ulteriore diminuzione del rischio dal 13 (leggero) al 24 per cento (moderato-intenso).


In fondo questi dati non sono clamorosi rispetto a precedenti indagini. La vera notizia è che – secondo i ricercatori - chi possiede un televisore o un'automobile, fattori che indicano uno stile di vita sedentario, vede aumentare del 27 per cento il pericolo di infarto rispetto a chi non li possiede. Però non è un “vantaggio” per i Paesi a basso reddito, perché spesso prevale il lavoro sedentario, mentre in quelli a reddito medio-alto è più diffusa la pratica sportiva e l’esercizio fisico quotidiano. Maddalena Lettino, responsabile dell'Unità Operativa di Cardiologia I in Humanitas, commenta i risultati della ricerca: 
«Quello che emerge non è un invito a dire addio alle comodità. Bisogna solo usarle nel modo più opportuno. Lo studio è importante perché è una riconferma su larga scala del ruolo fondamentale svolto dall'attività fisica per la salute del cuore. La conclusione a grandi linee è che nel tempo libero si deve praticare sport invece di dedicarsi ad altre attività più comode come guardare la televisione. E anche l'utilizzo dell'auto riduce le possibilità di fare attività fisica. In altre parole, è come dire che anche l'ascensore non ci permette di muoverci facendo le scale. Però i Paesi a medio-alto reddito, con più comodità, sono quelli in cui si pratica più sport rispetto ai Paesi a basso reddito. Questo perché sono anche quelli in cui generalmente c'è un livello culturale più elevato e una sensibilizzazione maggiore grazie a una migliore informazione sull'importanza dell'attività fisica. Non eliminiamo, quindi, le comodità, ma informiamo meglio la gente dell’importanza dell’attività fisica”.

Michele Rosati
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