24/03/2011
Gli Omega 3, acidi grassi polinsaturi, si trovano soprattutto nel pesce e nei frutti di mare.
L’Osservatorio FederSalus (Associazione nazionale aziende prodotti salutistici, www.federsalus.it) ha reso nota un’indagine, effettuata da un gruppo di ricercatori americani del Wilmer Eye Institute della Johns Hopkins School of Medicine su un campione di circa 2 mila 400 anziani del Maryland, che ha confermato quanto si sa sin dagli anni Novanta: il consumo regolare di pesci e frutti di mare, buone fonti di acidi grassi polinsaturi Omega 3, è in grado di ridurre il rischio di degenerazione maculare legata all'età e di rallentarne il progredire.
Si tratta di una malattia che colpisce la zona centrale della retina, detta macula, e che è considerata da più studi scientifici la prima causa di ipovisione tra gli americani bianchi over 60. E' ad andamento progressivo su entrambi gli occhi e può condurre alla perdita completa e irreversibile della visione centrale.
Le cause sembrano essere di natura genetica, eventualmente accelerate dalla concomitanza di fattori attinenti allo stile di vita, in particolare il fumo, e alle condizioni di salute dell'anziano.
PIU' PESCE IN TAVOLA
La nuova ricerca, durata un anno, ha preso le mosse dal ritrovamento di alte concentrazioni di Omega-3 nella retina dell'occhio. Si è quindi ipotizzato che tale sostanza nutritiva potesse essere essenziale per la salute della vista. Dopo l’acquisizione delle informazioni sui loro consumi alimentari, le persone analizzate sono state sottoposte a una visita specifica. Risultato: 227 anziani presentavano uno stadio iniziale della malattia, 153 si trovavano in una fase intermedia e 68 erano in uno stadio avanzato, a rischio di grave deficit visivo o addirittura di diventare ciechi. Ebbene, come ha sottolineato Sheila West capofila del team di ricercatori, proprio questi ultimi “erano i più restii a mangiare pesce e frutti di mare” e, quindi, i meno dotati di Omega 3.
di Maurizio Bianchi