I giochi elettronici per prevenire l'Alzheimer

Studi scientifici hanno dimostrato l'utilità del "brain training"

25/10/2011

Mantenere attiva la mente è il primo passo per affrontare le malattie neurologiche: malattie come l’Alzheimer, responsabile di circa il 60% di tutte le demenze, sono correlate con l’età e riguardano una gran fetta della popolazione. Basta pensare che in Italia le persone affette da demenza sono circa 900 mila e più di 3 milioni i familiari sono coinvolti direttamente nell’assistenza. Leggere, avere molteplici interessi, seguire hobby e attività culturali, incontrarsi e confrontarsi con gli altri è il modo migliore per restare “attivi”. Ma per aiutare soprattutto gli anziani ad avere una mente pronta sono arrivati i videogiochi, gli stessi che fanno impazzire i nipotini appassionati di giochi virtuali. Si chiama “brain training” ed è un vero e proprio allenamento cerebrale che consente di allenarsi dando risposte veloci e pronte ad alcune domande. Anche la scienza sembra confermare l’utilità di questo tipo di strumenti basati su appositi software come il “Brainer”, creato dal politecnico di Torino. «Il training cognitivo si basa sul presupposto che attraverso una serie di esercizi ripetuti gli individui possono migliorare qualsiasi prestazione mentale, analogamente a quello che avviene per il sistema motorio grazie all’esercizio sportivo - spiega Giuliano Geminiani, specialista in Neurologia dell’Università di Torino –. Un training cognitivo clinicamente valido non solo migliora le prestazioni cognitive in compiti specifici, ma determina un aumento della plasticità cerebrale, che è il principale presupposto di una più ampia possibilità di riabilitazione delle funzioni intellettive».

Attualmente si stima che le persone affette da demenza in Europa siano quasi 10 milioni e circa 36 milioni nel mondo. Nel 2030, però, si presume arriveremo rispettivamente a 15 e 65 milioni. Dall’età di 65 anni la prevalenza - percentuale di persone affette sulla popolazione generale - della demenza raddoppia ogni quinquennio fino a 90 anni: sale infatti al 12%, nella fascia tra 80 e 84 anni e al 24% tra gli 85 e 89 anni. Oltre i 90 anni interessa il 35-45% della popolazione. La Malattia di Alzheimer è responsabile di circa il 50-60% di tutte le demenze ed è fortemente correlata con l’età. L’utilizzo di strumenti di brain training non farà certo guarire, ma sicuramente può essere un aiuto nella prevenzione, insieme ad un corretto stile di vita e un’alimentazione sana.

Martina Mosca
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