In auto bisogna bere

Caldo, sole e code: gli esperti dell’Osservatorio Sanpellegrino e i nutrizionisti avvertono di tenere sotto controllo il “radiatore biologico umano”

04/08/2011

Perdita di concentrazione, stanchezza e spossatezza. Sono questi alcuni dei possibili pericoli che potrebbero incontrare gli italiani alle prese con il viaggio in auto. Gli esperti suggeriscono semplici consigli che possono evitare guai maggiori per il corpo e la mente. In linea generale, bisognerebbe controllare e regolare, mutuando un linguaggio che arriva dai motori, il “radiatore biologico umano”, perché il corpo ha bisogno di essere idratato costantemente e, allo stesso tempo, tempo nutrito con cibi leggeri, come frutta e verdura. I potenziali disturbi potrebbero colpire non solo chi sta alla guida, ma anche i passeggeri. A rischio soprattutto bambini e anziani perché hanno un istinto più limitato alla sete.


Gli esperti dell’Osservatorio Sanpellegrino (www.sanpellegrino-corporate.it) avvertono che la disidratazione può essere il pericolo principale per chi ha scelto l’auto per raggiungere la meta estiva. Umberto Solimene, Direttore della Scuola di Specializzazione in Idrologia Medica/Medicina Termale dell’Università degli Studi di Milano sostiene: «La disidratazione può condizionare in peggio sia la comparsa della stanchezza che la perdita della concentrazione». Sintomi importanti possono diventare anche forti crampi muscolari, fastidiose cefalee e un generale senso di vertigine. È importante idratarsi perché ogni funzione biologica dell’organismo, cerebrale, digestiva, respiratoria, muscolare e cardiocircolatoria, è legata all’acqua. Per questo, specie durante un viaggio lungo e dispendioso, è necessario compensare le perdite naturali di liquidi.

Per Pietro Migliaccio, Medico Nutrizionista e Presidente della Società Italiana di Scienze dell’Alimentazione, «uno stato di cattiva idratazione è un pericolo soprattutto per chi guida, poiché riduce le capacità psico-motorie del cervello. Prevenirne l’insorgenza, quando si è in viaggio, significa evitare tutta una serie di conseguenze che vanno da mal di testa al senso di spossatezza alle vertigini.”

Secondo gli esperti dell’Osservatorio Sanpellegrino, e in generale i nutrizionisti, non bisogna mai dimenticare di bere. Anche se la sete non si avverte, bisogna imporsi di farlo ad intervalli regolari durante il viaggio, come sottolinea Alessandro Zanasi, Idrologo e Docente della Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Respiratorio e della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Bologna: «è necessario rispondere sia allo stimolo della sete sia bere nell’arco di tutta la giornata e di tutto il viaggio – afferma Zanasi - aumentando la quota idrica in base al caldo e all’attività svolta».

Tra i soggetti più a rischio di “disidratazione da esodo”, secondo Andrea Strata, Nutrizionista, Docente di Nutrizione Clinica all’Università di Parma, «sicuramente i bambini e gli anziani poiché hanno un istinto della sete attutito, e in viaggio dovrebbero bere, ovviamente, più che a casa».
Proprio per questo bisognerebbe avere sempre una bottiglia d’acqua a bordo ed evitare di contrastare lo stimolo alla sete, errore comune che si commette aspettando la sosta alla prossima stazione di servizio. L’acqua è la bevanda che idrata e disseta maggiormente, mentre è consigliabile evitare alcolici e non abusare di bevande zuccherate. Bollino decisamente rosso per le bibite ghiacciate, mentre risulta molto efficace rinfrescarsi spesso il volto. 

«L’ideale per affrontare un lungo viaggio – suggerisce Andrea Strata – è munirsi di acqua minerale leggermente gassata con qualche goccia di succo di limone. Oltre ad essere il dissetante più efficace, introduce nell’organismo un discreto quantitativo di vitamina C, che ha un effetto antiossidante e previene l’invecchiamento cellulare». Molta importanza ha anche l’alimentazione e, per gli esperti, è preferibile orientarsi su cibi poveri di carboidrati e ricchi di acqua e fibre, come frutta di stagione e verdure fresche.   

Attenzione anche al climatizzatore, del quale non bisogna mai eccedere. Avverte Pietro Migliaccio secondo cui «il condizionatore dell’auto rende l’aria dell’abitacolo molto secca, e questo facilita l’evaporazione dei liquidi corporei. È consigliabile regolare l’impianto ad una temperatura che sia di poco inferiore a quella esterna, dai 20° ai 23°”.

P.M.G.
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