La spalla ha paura degli sci

In vista della stagione sulle piste è bene ricordare tutti i rischi che si corrono. Ma anche altri sport sono pericolosi

16/12/2011

Tutti gli sciatori sanno di potere andare incontro a traumi che possono coinvolgere anche la spalla. In caso di caduta infatti, può rimanere vittima di danni talvolta anche complessi. Spiega il dott. Mario Borroni, specialista di Ortopedia di spalla, gomito e piede: «Sono i traumi diretti o quelli in seguito a caduta con braccio esteso a causare le principali patologie a carico della spalla. I traumi diretti o violentemente distorsivi possono provocare lussazioni o fratture con effetti talvolta gravi in relazione proprio all'alta velocità e all'alta energia a cui avvengono. Se invece il trauma, magari a bassa energia, avviene sul braccio esteso, si possono subire danni minori, pur tuttavia sintomatici e talvolta invalidanti come ad esempio la lesione del cercine superiore, che si manifesta con una spalla dolorosa e il cui riscontro avviene solo dopo una accurata visita, dal momento che anche esami strumentali come la risonanza magnetica a volte faticano ad evidenziarla». 


«Il trattamento di queste lesioni è molto variabile in relazione al diverso quadro patologico e clinico. Per ciò che riguarda le lussazioni occorre differenziare quelle gleno-omerali (per le quali è necessaria una rapida riduzione e che possono richiedere, soprattutto se recidivanti, il trattamento chirurgico generalmente artroscopico) da quelle acromion-claveari (che seppure dolorose e 'inestetiche' generalmente hanno un decorso che non necessita un intervento chirurgico). Anche per le fratture i trattamenti possibili sono variabili: le opzioni vanno dal trattamento conservativo, a quello chirurgico con riduzione della frattura alla sintesi con placche, viti, chiodi, fino ad arrivare alla sostituzione protesica nei casi più gravi. In presenza invece delle lesioni del cercine superiore (SLAP) il trattamento è generalmente chirurgico artroscopico, anche se le richieste funzionali e la sintomatologia del paziente possono far decidere per un trattamento riabilitativo».



Ma non solo lo sci mette a rischio la spalla, diversi altri sport possono provocare danni. Secondo borrioni: «Le attività sportive, possono in alcuni casi causare l'insorgenza o il peggioramento di patologie a carico delle strutture dell'apparato muscolo scheletrico, pertanto anche a carico della spalla. Naturalmente queste patologie sono peculiari dei diversi tipi di sport e delle diverse tipologie di paziente in relazione soprattutto all'età. Ma in modo generale possiamo dividerle in traumatiche, da microtraumi ripetuti e da usura. Per quello che riguarda i traumi, siano essi distorsivi o contusivi, cointa molto il tipo di sport: tralasciando le cadute, avremo sport di contatto (calcio, rugby, arti marziali, football americano, basket) in cui è più frequente avere traumi come lussazioni, fratture e più raramente rotture di tendini.
La lussazione avviene quando il trauma determina il cedimento delle strutture capsulo-legamentose che servono a mantenere la stabilità della spalla, causando una perdita dei rapporti articolari tra glena e omero. Spesso è necessaria una manovra riduttiva, da eseguire in pronto soccorso o comunque da parte di personale medico qualificato. In alcuni traumi di particolare violenza è possibile avere la frattura di omero, scapola o clavicola, mentre più raramente si verifica la rottura dei tendini della spalla (cuffia dei rotatori, bicipite, pettorale, tricipite)».



Ci sono sport più rischiosi di altri? «Quelli in cui il braccio viene sollevato sopra la testa, come tennis, pallavolo, pallanuoto, nuoto a stile libero e dorso, ginnastica artistica. In queste attività è invece più frequente la presenza di una sintomatologia dolorosa causata da microtraumi ripetuti. Tali lesioni sono di solito a carico delle strutture capsulo legamentose (cercine e legamenti) e portano a lussazioni, sublussazioni o quadri di microinstabilità spesso dolorosi. Il danno avviene in corrispondenza delle strutture anatomiche deputate al mantenimento della stabilità della spalla che vengono consumate e sfibrate a causa del ripetersi del gesto sportivo. È chiaro che il tempo e l'intensità del gesto sportivo sono direttamente proporzionali al rischio di lesione. Nei pazienti più anziani, infine, lo sport può portare a un peggioramento di un quadro fino a quel momento silente: legamenti e tendini già usurati o deboli possono andare incontro, dopo un solo gesto troppo intenso o sforzi non più tollerabili per intensità e durata, a rotture spesso difficilmente riparabili. In questo caso le strutture sono come un maglione liso, che se viene tirato troppo si lacera irrimediabilmente».

Michele Rosati
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