Meno sale per vivere meglio

Gli italiani ne consumano in media il doppio della quantità consigliata dai medici

24/05/2011

C'è ancora troppo sale sulle tavole degli italiani, eppure, secondo l'Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri, togliendo un cucchiaino da tè di sale, o sodio, si potrebbero evitare 67 mila casi di infarto all'anno, 40 mila ictus, con vantaggi sulla salute molto elevati, assieme a quelli derivanti dalla lotta al fumo di sigarette, al controllo del peso e al colesterolo. La stessa Organizzazione mondiale della sanità raccomanda che il consumo di sale quotidiano non dovrebbe superare i 5 grammi. Ma gli italiani ne consumano almeno il doppio.

Ridurre la pressione sanguigna.
Secondo un monitoraggio, condotto su tremila adulti tra 35 e 79 anni, attraverso un esame particolare delle urine delle 24 ore, è stato rilevato che gli uomini arrivano a introdurre 11 grammi di sale al giorno, mentre le donne in media ne consumano 8; senza differenze di età: giovani adulti e anziani. «Solo il 14% delle donne e appena il 4% degli uomini riescono a rimanere entro i limiti di consumo indicati dall'Oms,» ribadisce Simona Giampaoli, dirigente di ricerca dell'Istituto superiore di sanità. Secondo l'esperta questo accade a causa di una generale scarsa informazione e sottovalutazione dei pericoli che comporta l'eccessivo uso di sale nella dieta, anche da parte dei soggetti ipertesi che dovrebbero essere maggiormente sensibili a questo tema, mentre, invece, riescono a ridurne il consumo di appena il 10%. Se si riduce la quantità di sodio a meno di 2 grammi al giorno, la pressione cala di 6-8 mm Hg e se poi si segue anche un'alimentazione ricca di frutta e verdura, con meno grassi saturi e sodio si arriva a perdere fino 8-14 mm Hg. «Purtroppo, gli italiani non sembrano aver compreso l'importanza di mangiare con meno sale,» aggiunge Giampaoli, «l'87% dichiara di non aggiungere il sale ai cibi e di non portare la saliera in tavola, ma non si rende conto che formaggi, insaccati, carni e altri alimenti contengono già la quantità sufficiente di sale per la giornata». Il sale aggiunto, infatti, non è la sola abitudine sbagliata a tavola. Appena l'1% degli italiani, per esempio, dichiara di consumare pane senza sale. Ancora peggio va con i formaggi e gli insaccati: il 60% li mangia tre o più volte alla settimana, il 22% addirittura oltre cinque volte alla settimana, vale a dire quasi ogni giorno. «Con questi numeri è chiaro che siamo ben lontani dal poter parlare di prevenzione delle malattie cardiovascolari» osserva Giampaoli «eppure abituarsi ad alimenti meno salati non è impossibile. Il gusto dopo 10-15 giorni si adegua, perché c'è una grande adattabilità delle papille gustative».

Il sale nascosto. Modificare la dieta delle persone non è facile, inoltre, e su questo tutti gli esperti sono d'accordo, bisognerebbe andare a monte del problema e intervenire a livello dell'industria alimentare, che troppo spesso aggiunge sale ai prodotti lavorati per aumentarne il gusto. Il sale è presente in molti alimenti, anche in quelli dal gusto dolce come torte e biscotti. Ecco una mappa del sale "nascosto":
Circa 2 gr in 300 gr di pizza rossa o bianca
Circa 1,3 gr in 50gr di prosciutto crudo dolce
Circa 1 gr in un piatto di pasta surgelata
Circa 0,5 gr in 3 gr di dado da brodo
Circa 0,5 gr in 100 gr di fagioli in scatola
Circa 0,35 gr in 50 gr di prosciutto cotto
Circa 0,3 gr in 50 gr di parmigiano
Circa 0,3 gr in un pacchetto di cracker
Circa 0,15 gr in una fetta di pane

Quasi nulla in una fetta di pane toscano "sciapo" Quasi nulla in frutta e verdura fresca Come fare a schivare tutto questo sodio? Se al posto di un panino con salame, se ne sceglie uno con pomodoro e mozzarella si risparmia circa 1 grammo di sodio. Se per la pasta e legumi si usano i legumi freschi o secchi, invece di quelli in barattolo, si può evitare fino a mezzo grammo di sodio. E, se possibile, bisogna scegliere pane senza sale ed evitare cibi pronti, surgelati, snack salati. E, infine, invece di aggiungere sale o dado da brodo, optare per l'uso di spezie ed erbe aromatiche.

Stefania Marchisio
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