Arriva il caldo, l’iperidrosi peggiora

La sudorazione eccessiva è un fenomeno imbarazzante. Ecco come si cura

21/06/2011

Quando la quantità di sudore prodotto dall’organismo supera le richieste di regolazione della temperatura corporea, si parla di iperidrosi. Le ghiandole sudoripare in tali casi sono eccessivamente reattive agli stimoli nervosi che ricevono dal cervello e che le inducono a produrre sudore. L’iperidrosi è quindi la sudorazione eccessiva, fenomeno imbarazzante e scomodo che non conosce stagionalità (anche se peggiora d’estate) e non è necessariamente legata alla temperatura dell’ambiente. Il problema dell’iperidrosi insorge in genere con la pubertà, raramente prima, e prosegue tutta la vita, con una certa riduzione d’intensità secondo determinate condizioni psico-fisiologiche. Per le persone che soffrono di iperidrosi il fluire del sudore sembra inarrestabile, raggiungendo anche alcuni eccessi come un odore particolarmente intenso (osmidrosi) o particolarmente acre (bromidrosi), causati principalmente dalla modificazione chimica del sudore che favorisce la moltiplicazione dei batteri sulla pelle, responsabili della fermentazione.

L’iperidrosi rappresenta un grosso impedimento alle normali relazioni interpersonali e viene vissuto come un handicap che, tra l’altro, fa vacillare l’autostima di chi ne soffre, scatenando un triste circolo vizioso che peggiora la situazione.  Chi ne soffre deve convivere con maglie e abiti bagnati e chiazzati, mani e piedi umidi, e in più con la consapevolezza di provocare nell’altro un certo senso di repulsione. Diventano così un incubo anche gesti quotidiani ordinari, come stringere una mano o lavorare maneggiando fogli di carta, o semplicemente togliersi il soprabito svelando abiti bagnati anche in inverno. Addirittura, in alcuni casi, il soffrire di iperidrosi può condizionare alcune scelte professionali o comportare rinunce sociali, fino all’autoisolamento.

L’iperidrosi è caratterizzata dall’eccessiva produzione di sudore, perciò le zone in cui si manifesta prevalentemente il problema sono quelle interessate dal maggior numero di ghiandole sudoripare. Il sudore viene prodotto per il 75% dalle ghiandole presenti a livello degli arti superiori e inferiori, perciò le aree più soggette a sudorazione eccessiva sono le ascelle, le mani (i palmi), i piedi (le piante), l’area genitale, le areole, il viso e l’incavo di braccia e ginocchia.

Alcune norme igieniche. Il problema dell’iperidrosi, oltre all’evidente imbarazzo che soffre chi subisce questo disturbo, è dato dalla fermentazione dei batteri della pelle che, miscelati con il sudore, danno luogo a cattivi odori. Per far fronte alle conseguenze igieniche dell’iperidrosi e per prevenire la proliferazione fungina che spesso è legata agli ambienti umidi, è bene tener conto di alcune piccole norme igieniche:

Utilizzare sempre un sapone che rispetta il ph della zona, detergenti troppo aggressivi provocano irritazioni cutanee e reazioni avverse da parte della pelle.
Lavarsi frequentemente le mani. È bene ricordare che le mani umide tendono ad accumulare germi e sporcizia.
Indossare guanti quando si lavano i piatti o si svolgono lavori che metterebbero le mani a contatto con sostanze irritanti come i detersivi.
Non trascurare le piccole ferite che si formano nelle zone interessate da iperidrosi: il prolificare dei batteri è favorito dall’umidità e può portare a infezioni. Un semplice antisettico previene tale eventualità.
Evitare cibi che provocano eccessiva sudorazione: alcool, tabacco, spezie, caffè e sostanze eccitanti.

Come si cura.
L’iperidrosi oggi va affrontata senza esitazioni, poiché le soluzioni possibili migliorano senza dubbio la qualità della vita e le relazioni sociali, sono sicure e minimamente invasive. Gli approcci più efficaci, tralasciando quindi soluzioni palliative temporanee (e spesso dannose per la cute) come gli antitraspiranti, sono il trattamento chirurgico e il trattamento infiltrativo. Pur essendo efficaci entrambe le terapie, la differenza principale tra le due è la durata nel tempo degli effetti. La soluzione chirurgica è applicabile principalmente contro l'iperidrosi ascellare nella cui zona le ghiandole sono facilmente individuabili e l’intervento avviene senza traumi particolari. Le infiltrazioni di tossina botulinica sono la scelta obbligata per trattare zone dove difficilmente si otterrebbe un ottimo esito con la chirurgia, come le mani, i piedi o altre zone delicate.  Molto spesso non è una sola la via d’uscita al problema dell’iperidrosi, poiché chi ne soffre ha diverse aree del corpo afflitte dal problema. Le due soluzioni – chirurgica e infiltrativa – possono comunque essere applicate anche in sinergia, per ottenere in sicurezza il risultato ottimale.

Stefania Marchisio
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