Farmaci generici, ma ottimi

I medicinali "equivalenti", cioè privi di brevetto, permettono oggi un risparmio medio del 55% rispetto a quelli originali. E nei prossimi anni saranno il 70% dei farmaci utilizzati.

24/05/2011

Secondo gli esperti, nei prossimi anni, la quasi totalità dei medicinali per le principali malattie sarà composta da farmaci equivalenti, ossia fuori brevetto. Ne hanno parlato ad un convegno alla Facoltà di Farmacia e Medicina dell'Università di Roma La Sapienza. 

Nei prossimi anni, infatti, più del 70% dei farmaci oggi utilizzati, per esempio per la cura malattie croniche quali ipertensione, ipercolesterolemia e diabete, perderanno  la copertura brevettuale, aprendo la possibilità di produrre i corrispettivi farmaci generici.

L'alta qualità di questi medicinali a costi contenuti, dovuti alla mancanza di coperture di brevetto, permette oggi un risparmio medio del 55% rispetto ai farmaci originali.

"Oggi in Italia più della metà dei farmaci in commercio è fuori brevetto - ha spiegato Giorgio Foresti, amministratore delegato di Teva Italia-  e nei prossimi anni la quasi totalità delle molecole lo sarà. Questo significa che, per molti farmaci, ci sarà la possibilità di avere il farmaco generico corrispondente.  La sana competizione che ne deriva permette al cittadino e al Servizio Sanitario di avere prodotti di alta qualità a prezzi sempre più contenuti. Perché questo succeda, però, è necessario richiedere il farmaco generico. Ciò accade da tempo in molti Paesi europei, dove in farmacia, per esempio, il cittadino richiede il 'paracetamolo' e non il farmaco a marchio. Nel nostro Paese la strada è ancora lunga, come dimostrano i dati: si pensi che in Paesi quali la Germania e l'Inghilterra il 50-70% dei farmaci dispensati è generico, mentre da noi solo il 12%. Eppure questa percentuale sta crescendo di anno in anno."

Per saperne di più sui farmaci equivalenti, Teva ha realizzato la campagna "Equivalente.  Conosci e scegli i farmaci equivalenti". È attivo il sito www.equivalente.it, e in molte parti d'Italia si stanno tenendo incontri di educazione alla salute per il corretto utilizzo dei farmaci generici. Il calendario dei prossimi appuntamenti è disponibile sul sito.


Anche in ambito ospedaliero si sta realizzando una vera rivoluzione, grazie all'introduzione dei farmaci biosimilari, ossia farmaci biotecnologici a brevetto scaduto prodotti con tecnologie avanzate, la cui efficacia e sicurezza è comparabile a quella degli originali, ma di costo inferiore. "I biosimiliari introdotti in questi anni sul mercato possono contare su metodiche di produzione avanzate che non erano disponibili quando iniziò la produzione dei farmaci originali. Il biosimilare, di conseguenza, rappresenta una nuova e moderna opzione terapeutica a disposizione del medico al quale, naturalmente, spetta la scelta del migliore trattamento possibile per il paziente".

Per Giorgio Foresti, che è anche presidente di Assogenerici,  è ingiusto porre sullo stesso piano i produttori di farmaci con marchio e di equivalenti quando si parla di riduzioni del prezzo di riferimento. "In questi anni" dice "il generico ha rappresentato il principale elemento moderatore della spesa e la recente manovra ci danneggia sul piano industriale e anche in termini di immagine. Per la verità trovo sorprendente che si accomunino nella necessità di fare sacrifici tutte le componenti dell'industria del farmaco, come ha fatto il presidente di Farmindustria Sergio Dompé. Il settore dei farmaci equivalenti ha ampiamente fatto la sua parte, avendo rappresentato dal 2005 a oggi il principale elemento moderatore della spesa, come mostra il fatto che la principale determinante dell'aumento della spesa complessiva è l'aumento della spesa farmaceutica ospedaliera". 


"In questi anni non si è fatto niente l'allineamento dell'Italia alle dinamiche del mercato europeo, dove gli equivalenti veri, i generici senza marca, rappresentano la metà dei farmaci dispensati. Non solo, ma analoghi meccanismi di protezione  si vanno prospettando anche nei confronti dei biosimilari, che pure rappresentano una formidabile occasione per contenere anche la spesa farmaceutica in ospedale".

Per AssoGenerici, poi, non può essere sottovalutato l'impatto che ha sui cittadini la scoperta di dover pagare anche per ottenere il farmaco equivalente "dopo che per anni si sono sentiti ripetere che affidarsi all'equivalente era il modo per non gravare sulle loro tasche. In pratica, quel poco di informazione che era stato fatto sull'equivalente era basato, sbagliando, sull'elemento prezzo e ora viene smentito anche questo".

Emilia Patruno
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Postato da santrev il 24/05/2011 23:33

Il nostro amato governo da che parte sta? Appena si accorge che calano le entrate da una parte, ecco pronta la legge per aggiungere nuove tasse dall'altra. Berlusconi ci aveva detto che ci avrebbe fatto pagare meno tasse. Questa invece é una manovra che conferma la regola, vale a dire che il governo Berlusconi non ha mai abbassato le tasse! Sará cosí anche per il metano per autotrazione. Non appena il numero di vetture sará consistente verranno aggiunte le nuove accise. Infatti al ministero di Tremonti stanno da tempo studiando la cosa. Il risparmio del cittadino a questo governo non interessa proprio!!! Mia suocera anziana ha chiesto consiglio al suo farmacista circa il farmaco equivalente. Risposta: Oddio, va bene anche l'equivalente, ma quello prescritto dal suo medico sarebbe migliore! Mi chiedo, cosa ci fanno i rappresentanti delle case farmaceutiche nello studio dei medici? A dare consigli? Quello che pensa la gente e che ci vadano per interesse....... di entrambi.

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