09/12/2011
L’OMS,
l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha lanciato l’allarme morbillo in
Europa: tra gennaio e ottobre 2011
si sono verificati più di 26 mila casi in 36 Paesi europei. La più colpita è
stata la Francia,
con 14 mila casi nei primi 10 mesi dell’anno. La diffusione dell’infezione virale, una delle più gravi
degli ultimi decenni, ha provocato in tutto nove morti, di cui sei in Francia,
e oltre 7.000 ricoveri.
Il
problema è la diminuzione, negli ultimi anni, delle vaccinazioni contro il
morbillo sui bambini: è stata così superata la soglia , che
dà vita al focolaio vero e proprio di malattia. In Francia si sono prese misure
di emergenza. L'obiettivo è vaccinare il maggior numero possibile di persone.
Quella contro il morbillo è una sfida molto seria per l’Europa e questa nuova
epidemia la allontana dall’obiettivo che si era posta di eliminare la malattia entro il 2015.
Il
morbillo è una malattia infettiva acuta con un altissimo indice di
contagiosità
(si arriva a quote del 97 e anche 98%, è praticamente impossibile, se non
vaccinati, arrivare all'età adulta senza contrarla) ed è potenzialmente molto
pericolosa, tanto da rappresentare una delle principali cause di morte tra i bambini piccoli. Si trasmette
per via aerea, tramite secrezioni nasali e faringee; il contagio non è invece
possibile tramite contatto con oggetti o cose toccate dal malato.
Il
morbillo è causato da un virus, il Paramyxovirus, poco resistente fuori
dall’organismo e sensibile agli agenti chimici e a quelli fisici. Il
Paramyxovirus è un virus a RNA negativo e fa parte della famiglia dei
Paramyxoviridae, genere Morbillivirus. Il nome morbillo significa
“piccolo morbo”.
Questo diminutivo veniva indicato nel passato per indicare una malattia benigna
e più facile da curare rispetto al “morbo” del vaiolo.
L’incubazione
va dai 9 ai 14 giorni.
Il periodo in cui il bambino è contagioso, invece, va da 3-4 giorni prima della
manifestazione della malattia, fino a 4-5 giorni dopo la comparsa
dell’esantema. Solitamente il morbillo
ha una durata compresa fra i 7 e i 12 giorni, trascorsi i quali può
considerarsi terminato. Una volta contratto, dà un’immunizzazione teoricamente
definitiva, quindi non ci si ammalerà più per l’intera durata della vita.
Il
sintomo tipico è la comparsa di macchie rosse (esantemi), dette “macchie di
Koplik”, tendenzialmente non pruriginose. Nella prima fase, sono localizzate in
un’area circoscritta (solitamente sulla mucosa buccale) e si diffondono in
tutto il corpo entro 3-4 giorni. Possono essere accompagnate da febbre, tosse,
rinite, a volte congiuntivite (occhi rossi e naso che cola, sintomi simili a
quelli dell’influenza).
Nella seconda fase del decorso della malattia, inoltre, possono comparire
faringite e infiammazione della mucosa laringea e tracheobronchiale, a
cui possono essere associate febbre alta (fino a 40° C), congiuntivite, tosse
secca, fotofobia. Trascorsa la prima settimana, le macchie cominciano a sparire
gradualmente; dopo qualche giorno il bambino è completamente guarito.
Nelle
forme più acute di morbillo possono presentarsi anche fastidi come otite,
polmonite, laringite e diarrea. Più raramente si rileva l’insorgenza di
encefalite (1 caso ogni 1000), che può lasciare danni permanenti al malato
(all’incirca ciò avviene nella metà dei casi di encefalite). Se il morbillo
è contratto in età adulta, esordisce solitamente in modo brusco, con febbre che
diventa subito alta, mal di testa, tosse, dolori addominali.
Non
esiste un trattamento medico specifico e l’unica modalità di intervento consiste
nell’alleviare i disturbi correlati: per contribuire a gestire i sintomi è
possibile somministrare al bambino molti liquidi, incoraggiandolo a riposare
il più possibile. Sì all’utilizzo di talco mentolato per alleviare il prurito.
Per tenere sotto controllo la febbre, somministrare paracetamolo, mentre per
curare la tosse è necessario umidificare gli ambienti ed evitare che il
paziente venga a contatto con sostanze nocive (fumo, polvere, smog...).
Evitare
sempre la somministrazione di aspirina. L’acido acetilsalicilico, non si dovrebbe mai
dare a un bambino che ha una
malattia virale: l’uso di aspirina in tali casi è stata associata con lo
sviluppo della sindrome di Reye. La sindrome di Reye è una
malattia pediatrica di grave intensità che si manifesta con nausea, vomito
incontrollabile e sintomi neurologici come perdita della memoria,
disorientamento
e torpore; inoltre, è caratterizzata da
disturbi epatici talmente gravi da portare ad uno stato di coma, fino alla morte.
Eventuali sovrainfezioni
richiederanno una terapia antibiotica specifica. Anche la vitamina
A è utile per ridurre le complicanze
e le morti associate con le infezioni da morbillo.
La
prevenzione è fondamentale per raggiungere l’eliminazione del morbillo. I neonati sono
protetti per 6 mesi dopo la nascita grazie all’immunità trasmessa dalle madri.
Il vaccino viene
somministrato dai 12 ai 15 mesi di età e di nuovo dai 4 ai 6 anni di età ed è
parte della vaccinazione morbillo-parotite-rosolia (MMR) o della vaccinazione
morbillo-parotite-rosolia-varicella (MMRV).
Il
vaccino contro il morbillo non deve essere somministrato alle donne in
gravidanza
o ai bambini con la tubercolosi, leucemia o altri tumori non curati, o persone
il cui sistema immunitario è compromesso per qualsiasi motivo. Inoltre, il
vaccino non dovrebbe essere somministrato ai bambini che hanno una storia di
grave reazione allergica alla gelatina o all’antibiotico neomicina, in quanto
sono a rischio di gravi reazioni.
Nel
corso di un focolaio di morbillo, le persone che non sono state immunizzate (in particolare quelli
a rischio di gravi infezioni, come le donne incinte, i neonati o i bambini con
sistema immunitario indebolito) possono essere protetti dal morbillo con una
iniezione di anticorpi anti-morbillo chiamato immunoglobina, se è somministrato
entro 6 giorni dall’esposizione. Questi anticorpi possono prevenire il morbillo
o rendere meno gravi i sintomi. Il vaccino può offrire una certa protezione
anche se somministrato entro 72 ore dall’esposizione.
Il
vaccino contro il morbillo occasionalmente provoca effetti indesiderati nei bambini che non
hanno problemi di salute di base. Le reazioni più comuni sono febbre tra i 6-12
giorni dopo la vaccinazione (in circa il 5% -15% dei bambini che prendono il
vaccino) ed eruzioni cutanee simili al morbillo, che non sono contagiose e
spariscono da sole (in circa il 5% dei vaccinati).
Il
medico deve essere consultato sempre alla comparsa dell’eruzione, sia perché il
morbillo è una malattia soggetta a denuncia obbligatoria (il carattere epidemico
facilita la diagnosi) sia perché ogni caso richiede una valutazione attenta e
talvolta un monitoraggio del decorso.
Stefania Marchisio