23/11/2011
Forse c’è un nuovo
responsabile delle patologie cardiovascolari, il Papilloma virus. I ricercatori
dell'Università del Texas, analizzando i dati di 2500 donne tra i 20 e i 59
anni di cui il 44,5 per cento con una infezione da HPV (Papilloma virus), che
causa le verruche cutanee, e il 23,2 per cento con una infezione da ceppi che
provocano i tumori (al collo dell'utero, esofago e laringe), hanno trovato una
forte correlazione tra gli HPV oncogenici e le patologie cardiovascolari.
Se così fosse, il vaccino
contro il Papilloma virus potrebbe prevenire anche le malattie cardiovascolari?
Secondo Maddalena Lettino, responsabile dell'Unità Operativa di
Cardiologia I in Humanitas: «Se il
virus HPV avesse realmente un ruolo nelle donne giovani nel determinare
l'insorgenza della malattia cardiovascolare, indubbiamente i medici dovrebbero
monitorare con attenzione le pazienti con infezione e la campagna vaccinale
promossa per la prevenzione del tumore del collo dell'utero avrebbe anche la
valenza di una buona prevenzione dell'ictus e dell'infarto del miocardio».
Dunque, può
esserci correlazione tra HPV e problemi cardiovascolari?
«Dopo altri virus invocati
in passato, per la prima volta l'HPV sembra quello più rilevante ai fini
dell'aterosclerosi, almeno nella popolazione femminile giovanile. Le premesse
dello studio nascono dalla conoscenza che alcune proteine rilasciate da tumori
provocati dal Papilloma virus possono indirettamente favorire una malattia
aterosclerotica particolarmente aggressiva e, quindi, associata ad eventi
cardiovascolari acuti. Il dato è interessante, anche se frutto di una
osservazione e di un’associazione statistica che richiede una conferma. Non è
ancora uno studio assoluto, ma anche se i numeri analizzati non sono molti, la
differenza tra i gruppi è significativa: nelle donne positive alla variante di
HPV associata a tumore genitale, la probabilità di malattie cardiovascolari
acute era circa tre volte più frequente rispetto a coloro che non avevano alcun
segno dello stesso tipo di infezione virale.
L'associazione HPV/malattia
cardiovascolare manteneva la sua forza anche dopo aver considerato eventuali
differenze tra i due gruppi per altri fattori che avrebbero potuto influire
sulla comparsa di ictus o infarto, come l'età e i più comuni fattori di rischio
cardiovascolare (fumo, diabete, ipertensione e ipercolesterolemia). Il
meccanismo dell'HPV potrebbe, quindi, spiegare quei casi di malattie
cardiovascolari nelle giovani che compaiono senza ragioni apparenti».
Domenico Vitobello, responsabile Unità operativa di Ginecologia di Humanitas Cancer Center, pensa che il vaccino
contro l’HPV sia fondamentale:
«Fa parte della prevenzione primaria, che si attua
in due modi: con l'adozione di comportamenti e stili di vita corretti, che
riducano i rischi di trasmissione sessuale e con la vaccinazione, disponibile
contro i ceppi HPV più diffusi, e che consiglio a tutte le adolescenti e
giovani donne fino a 40-45 anni. Non si deve abbassare la guardia: si stima che
solo una persona su quattro non contragga il virus nell'arco della sua vita. Ed
è importante anche la prevenzione secondaria, che consiste nel diagnosticare
precocemente la malattia quando ancora è in fase iniziale o asintomatica,
grazie alla visita ginecologica in cui si esegue il Pap test e l'HPV-DNA test.
Questi esami indolori e non invasivi, se effettuati regolarmente, prevengono il
tumore al collo dell'utero in una percentuale che sfiora il 100 per cento».
L’HPV è sempre
causa di tumore?
«Non sempre. L'HPV ha
numerosi ceppi, oltre 100. Alcuni (il 6 e 11) sono responsabili di malattie
benigne, poco gravi, come le verruche cutanee (i condilomi). Sono lesioni
facilmente curabili in ambulatorio, anche se piuttosto fastidiose e con un
impatto principalmente emotivo e relazionale. Altri (il 16, 18 soprattutto, che
sono i più diffusi), se non curati tempestivamente provocano i tumori come
quelli al collo dell'utero, all’esofago e alla laringe. Visto che dal momento
dell'infezione da HPV a quando il tumore si sviluppa i tempi sono solitamente
molto lunghi (possono passare anche 20 anni), i tumori che colpiscono le donne
fra i 40 e i 50 anni sono spesso conseguenza dell'evoluzione dell'infezione
contratta in giovane età e mai curata adeguatamente».
Michele Rosati