Inquinamento atmosferico, chi è a rischio

Torna la pioggia e, soprattutto nelle grandi città, si tira un sospiro di sollievo pensando che, almeno per qualche giorno, si abbasseranno i livelli di polveri sottili. Ll’inquinamento atmosferico si traduce in seri problemi di salute non solo nel lungo termine: attacchi d’asma, bronchiti e polmoniti sono spesso causati dallo smog. Tra le persone più a rischio, ovviamente, gli asmatici, come spiega il dottor Michele Ceccarelli, responsabile di Pneumologia di Humanitas: «I pazienti asmatici questi fattori ambientali favoriscono il riacutizzarsi della malattia e il peggioramento di tutti i sintomi correlati all’infiammazione delle vie respiratorie. I sintomi più evidenti sono tosse, mancanza di respiro e sibili respiratori. Anche patologie come la bronchite cronica ostruttiva e l’enfisema polmonare rendono i soggetti più sensibili».
A fare le spese dei danni legati all’inquinamento atmosferico sono anche gli anziani e i bambini: «L’asma, per esempio, è più frequente nei bambini che vivono nelle aree urbane rispetto a quelli che risiedono in zone rurali – sottolinea Michele Ceccarelli -. Anche gli anziani, principalmente quelli affetti da malattie cardiovascolari o patologie croniche, possono manifestare un serio aggravamento delle stato di salute come conseguenza di un ‘evento respiratorio' innescato dagli inquinanti atmosferici». Per difendersi dalle polveri sottili ci sono dei piccoli accorgimenti che si possono adottare, come non svolgere attività che prevedono brusche escursioni termiche ed evitare ambienti sovraffollati, ma anche una dieta ricca di anti-ossidanti, consumando molta frutta e verdura.