21/11/2011
Il
glaucoma è una malattia oculare caratterizzata da un danno progressivo del
nervo ottico, che è la connessione tra l’occhio e i centri nervosi cerebrali
dove devono arrivare le informazioni visive. La causa del danno al nervo ottico
consiste principalmente nell’aumento della pressione interna dell’occhio che provoca
schiacciamento e cattiva irrorazione sanguigna.
La
pressione interna dell’occhio, i cui valori normali sono compresi tra 11 e
20 mmHg,
aumenta perchè il liquido chiamato umore acqueo, che è prodotto in
continuazione all’interno del bulbo, incontra un’anomala difficoltà a defluire
verso l’esterno attraverso le normali vie anatomiche predisposte. Il danno al
nervo ottico, se non diagnosticato e curato, comporta in definitiva una
riduzione permanente della vista, ma oggi le terapie mediche,
parachirurgiche e chirurgiche consentono un buon controllo della malattia, soprattutto se la
diagnosi viene afatta non appena si avvertono i primi segnali.
Secondo
recenti studi il 2% degli italiani sopra i 40 anni soffrono di glaucoma, con una maggiore
prevalenza al Nord (48%), seguito dal Sud (28%) e dal Centro (24%). Nei
prossimi anni ci si aspetta un aumento della malattia del 33% dovuto al
progressivo invecchiamento della popolazione.
Nella
sua forma più frequente (glaucoma cronico ad angolo aperto) si tratta di una
malattia subdola perché quasi
sempre “asintomatica”. Solo nelle fasi tardive, quando il
danno al nervo ottico è ormai avanzato, si manifestano evidenti difficoltà
visive. Le alterazioni iniziali, che non possono essere rilevate se non con
specifici esami strumentali (campo visivo), consistono in aree di ridotta
sensibilità della percezione luminosa, che pian piano diventano zone cieche del
campo visivo. Se non diagnosticato e curato per tempo, il glaucoma può
compromettere la maggior parte delle fibre ottiche costituenti il nervo ottico
con grave danno funzionale, giungendo nei casi più estremi alla cecità
completa. Per questo è importante una diagnosi precoce tramite visite
frequenti e approfondite.
La terapia tradizionale
Di solito si prescrivono colliri che abbassano la
pressione oculare e impediscono la progressione del danno al nervo. I colliri
devono essere utilizzati a vita dal paziente e non sono scevri da effetti
collaterali sia locali (disturbi irritativi e arrossamento, cambiamento di
colore dell’iride, ecc.) che generali (asma, bradicardia, ipotensione, etc.).
Da oltre 30 anni esiste un’alternativa terapeutica rappresentata dal laser. Il trattamento finora praticato, chiamato A.L.T., utilizza un laser ad effetto termico che determina piccole ustioni del
trabecolato. Pur essendo efficace, viene utilizzato con parsimonia in quanto
produce la distruzione di una porzione del trabecolato e pertanto è difficile
ripeterlo se, nel tempo, la pressione risale. Tale trattamento viene perciò
di solito riservato ai casi più gravi, che non vengono
compensati dalla terapia farmacologica.
La nuova metodica
Si chiama S.L.T. ( Trabeculoplastica Laser
Selettiva) ed utilizza impulsi laser brevissimi (4 nanosecondi) per colpire la melanina, un pigmento presente nel
materiale che ostruisce il trabecolato nei soggetti glaucomatosi. L’energia totale rilasciata per una
procedura S.L.T. corrisponde appena all’1% di quella utilizzata per un analogo
trattamento A.L.T. Questo rende la procedura molto sicura. Il laser infatti non danneggia il
tessuto circostante, anzi lo stimola, grazie all’attivazione dei macrofagi, i
meccanismi naturali di rigenerazione del trabecolato. Il risultato di questo
processo è l’aumento del drenaggio dell’umore acqueo e l’abbassamento della pressione oculare.
Si
esegue ambulatorialmente. Prima della procedura si somministrano dei colliri per
preparare l’occhio e per anestetizzare la cornea. Viene poi applicato il laser
attraverso una lampada a fessura modificata (simile allo strumento adoperato
durante le normali visite) e una specifica lente a contatto. L’intervento
dura alcuni minuti ed è indolore. L’occhio non viene bendato ed è possibile
riprendere subito le normali attività. Nei giorni successivi bisogna instillare
dei colliri antinfiammatori ed eseguire alcuni controlli dall’oculista. In
genere, da uno a tre giorni dopo il trattamento la pressione inizia a
diminuire. Se non scende a sufficienza oppure se, dopo mesi o anni, tende a
risalire è possibile ripetere il trattamento senza rischi aggiuntivi.
L’
S.L.T. è indicato nei
casi di glaucoma primario ad angolo aperto, nel glaucoma pseudo esfoliativo e
pigmentario. Inoltre è indicato in caso di intolleranza ai farmaci, di
insoddisfacente risposta alla terapia farmacologica, di precedente trattamento A.L.T. con scarso risultato. Il trattamento è difficilmente
eseguibile o non eseguibile nei glaucomi ad angolo stretto. E’ controindicato in
caso di uveite, di angolo chiuso e di glaucoma neovascolare e mal formativo. Le
complicanze sono rare. Si tratta in genere di aumenti transitori della
pressione oculare e di fenomeni infiammatori (iriti) che conseguono a
trattamenti intensi e che si risolvono in pochi giorni.
Stefania Marchisio