Settimana dell’endometriosi

Un convegno a Parma per sensibilizzare su una malattia che colpisce una donna su otto

08/03/2012

In Italia oltre tre milioni di donne soffrono di endometriosi. Solo nel nostro paese una donna su otto ha a che fare con questa malattia spesso difficile da diagnosticare. In Europa sono 14 milioni e nel mondo le donne in età fertile che ne soffrono sono 150 milioni. Occorrono molti anni per avere una diagnosi certa e spesso è necessario più di un intervento chirurgico perché l’endometriosi è un fenomeno subdolo, può occludere le tube, creare aderenze, distorcere gli organi riproduttivi, provocare dolori forti durante il ciclo e l’ovulazione, dolore pelvico cronico, cistiti ricorrenti, perdite intermestruali, colon irritabile. Ma soprattutto, è una malattia di cui ancora si parla poco. Per questo dal 2005 l’European Endometriosis Alliance ha promulgato settimana europea della consapevolezza dell'endometriosi che ogni anno si ripete in concomitanza della festa della donna.


In questa occasione sabato 10 marzo, l’Associazione Progetto Endometriosi – una Onlus rappresentata un gruppo di donne affette da endometriosi che si basa sul reciproco sostegno, conforto e aiuto -  è impegnata in un’importante campagna di sensibilizzazione e in un convegno nazionale dal titolo “Endometriosi: ricerca medica e riconoscimento sociale. A che punto siamo? Specialisti e Istituzioni a confronto”, per fare una fotografia sulla situazione italiana negli ultimi 10 anni. L’appuntamento, che si svolge presso la Camera di Commercio di Parma, vede coinvolti medici, esperti di endometriosi dei centri pubblici italiani e donne della politica che da anni si battono per far rientrare chi soffre di endometriosi in una categoria protetta. «Nonostante i numerosi disegni di legge fermi in Parlamento e l’impegno delle associazioni di pazienti, non è ancora stata approvata una legge che riconosca alle donne affette da endometriosi la possibilità di ottenere l’esenzione del ticket per le ingenti spese farmaceutiche sostenute», spiegano dall’Api. Tra le altre difficoltà pratiche c’è anche la gestione del lavoro: i forti dolori possono portare ad assenze frequenti, ma il mancato riconoscimento di malattia cronica rende più difficile per le donne riuscire a condurre una vita serena.

Michele Rosati
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