14/11/2011
Le malattie cardiovascolari (ipertensione,
coronaropatie, disfunzioni cardiache, infarto, ictus) rappresentano la principale
causa di invalidità e di morte nei Paesi occidentali. Sono all’origine
del 40 % dei decessi e rappresentano circa il 10% della spesa sanitaria
complessiva.
Sono inoltre una delle principali cause di infermità di lunga durata e di
abbandono del mercato del lavoro.
La
salute del cuore dipende fortemente dai comportamenti e dagli stili di vita e la priorità assoluta
per tutti sui cosiddetti "fattori determinanti della salute" e sulla
prevenzione, favorendo la messa a punto di adeguate politiche a livello
nazionale per consentire ai cittadini di compiere scelte più sane.
La
scienza medica ha identificato in questi ultimi 15 anni alcune delle
circostanze che facilitano l’insorgere della malattia cardiovascolare, circostanze che vengono
comunemente indicate come fattori
di rischio cardiovascolare. La presenza di uno o più fattori di rischio aumenta la
probabilità che negli anni successivi si verifichi un evento cardiovascolare. I
fattori di rischio possono essere classificati in due categorie:
Modificabili: possono essere
annullati o attenuati cambiando lo stile di vita (alimentazione, fumo,
sedentarietà…)
Non
modificabili:
non è possibile intervenire per ridurne l’impatto sul rischio cardiovascolare.
Questi ultimi devono essere tenuti in considerazione per valutare il rischio
complessivo , anche se non si può fare nulla per eliminarli.
Età,
sesso e familiarità fanno parte dei rischi che non possono essere modificati.
Il rischio è maggiore quanto maggiore è l’età del soggetto. Gli uomini hanno un
rischio maggiore rispetto alle donne ed anche per le donne il rischio non è
trascurabile e aumenta con l’età, in particolare dopo la menopausa. La presenza
in famiglia di parenti che hanno avuto eventi cardiovascolari prima dei 55 anni
per gli uomini, 65 per le donne, è un fattore di rischio aggiuntivo non
trascurabile.
Fattori
modificabili o indipendenti
I
fattori di rischio modificabili sono gli unici sui quali si può intervenire e
che possono essere eliminati o fortemente attenuati correggendo gli stili di
vita e, se occorre, con trattamenti farmacologici:
Fumo
e fumo passivo:
la nicotina e il monossido di carbonio hanno un effetto devastante sul sistema
cardiovascolare. Il fumo di sigaretta aumenta la pressione arteriosa
(contribuendo quindi ad aumentare un altro fattore di rischio) e favorisce la
formazione di depositi sulle pareti interne delle arterie (aterosclerosi), i
principali responsabili della malattia cardiaca. Inoltre è una delle maggiore
cause di insorgenza dei tumori.
Obesità
e sovrappeso:
un peso superiore alla norma è sempre associato ad un rischio elevato; se
aumenta il peso aumenta il rischio cardiovascolare.
Colesterolemia: il colesterolo e i trigliceridi sono prodotti dal fegato e costituiscono la maggior parte
dei grassi contenuti nel nostro organismo . Il colesterolo si suddivide in
colesterolo buono e colesterolo cattivo (HDL e LDL), e i parametri sono
diversi tra uomo e donna . Per il colesterolo buono o HDL,
valori elevati proteggono dal rischio cardiovascolare; valori
inferiori a 39 mg/dl nell’uomo e 43 mg/dl nella donna sono considerati
fattori di rischio cardiovascolare, indipendentemente da età. L’inverso per il
colesterolo cattivo o LDL, che conduce i grassi alle cellule e quando è in
eccesso resta in circolo, si annida nelle cellule e può causare problemi
quali la formazione di placche sulle pareti delle arterie che ostacolano
il passaggio di sangue e di ossigeno, e sono responsabili di infarto, ictus,
ischemie perché compromette il funzionamento di alcuni organi vitali quali il
cuore. Livelli inferiori a 130
mg/dl sono desiderabili, tra 131 e 160 aumentano moderatamente il rischio
cardiovascolare, valori maggiori a 160 determinano un elevato rischio
cardiovascolare, indipendentemente dall’età. I livelli di colesterolo totale uguali o inferiore a
190 mg/dL sono desiderabili. Valori compresi tra 191 e 239 mg/dL aumentano
moderatamente il rischio cardiovascolare. Livelli superiori a 240 mg/dL determinano un rischio
cardiovascolare elevato, indipendentemente dall'età.
Secondo
la Food and Drug Administration, la massima autorità sanitaria statunitense, il
calcolo del colesterolo totale non è un indicatore valido. La FDA ha stabilito
che il fattore di rischio va calcolato nel rapporto tra colesterolo totale e
colesterolo buono (HDL). L’uomo non deve superare il rapporto 5, la donna 4,5. Per
fare un esempio, un uomo con il totale a 280 e l’HDL a 60 corre minor pericolo
di una patologia cardiovascolare rispetto a una donna con colesterolo totale a
200, ma HDL a 40. Per quanto concerne i trigliceridi,
livelli plasmatici superiori a 180 mg/dL sono da considerarsi elevati e correlati
ad un aumento del rischio cardiovascolare, indipendentemente dall'età.
Ipertensione arteriosa: la pressione arteriosa è un altro importante
fattore di rischio cardiovascolare, perché è stato dimostrato che per valori di
pressione arteriosa superiori a 135/85 la probabilità di ammalarsi di ictus o
di infarto del miocardio aumenta notevolmente. E’ importante inoltre ricordare che i
soggetti sovrappeso o diabetici frequentemente sono anche ipertesi.
Diabete: la presenza di diabete (aumento dei
valori di glucosio nel sangue sopra ai 126mg/dL) aumenta in modo
rilevante il rischio cardiovascolare, anche se la glicemia è controllata. è molto importante per i diabetici
individuare e trattare tutti i fattori di rischio concomitanti, quali
ipertensione, obesità e dislipidemie.Il diabete è un fattore di rischio
cardiovascolare particolarmente significativo nelle donne, nelle quali questa
patologia diminuisce la relativa protezione dovuta al sesso nei confronti
dell’aterosclerosi.
Sedentarietà: è un fattore di
rischio importante, troppo spesso trascurato. L’assenza di attività fisica,
oltre a favorire ad un aumento del peso corporeo , impedisce all’apparato
cardiocircolatorio di mantenersi in salute.
Farmaci: tengono il colesterolo sotto i livelli di
guardia, quando la dieta non è sufficiente.
E’ bene ricordare sempre che la malattia
cardiovascolare è multifattoriale,
dipende cioè da più fattori di rischio e oggi si può e si deve prevenire
eliminandoli o riducendoli. Per
fare questo è necessario consultare il proprio medico di base che calcolerà con
apposite tabelle il punteggio individuale per poi preparare un piano di intervento
compatibile con lo stato di salute. Evitare sempre il fai-da-te. è inoltre importante sapere che il
rischio cardiovascolare è una previsione a lungo termine, circa dieci anni. Il
rischio legato a un fattore persiste infatti dopo la rimozione del fattore
stesso. Ad esempio chi ha smesso di fumare da un anno ha un rischio più elevato
rispetto a chi non ha mai fumato oppure ha smesso qualche anno prima. In altre
parole, bisogna intervenire quando si è ancora in tempo.
Stefania Marchisio