Infarto e ictus, ecco chi rischia

Mai sottovalutare il rischio cardiovascolare. Sono nove milioni gli italiani che sono a rischio medio: quelli che possono incappare in infarto e ictus.

20/03/2011


Infarto e ictus, come si sa, sono gli incidenti vascolari più diffusi.
Sono nove milioni gli italiani che, in base ai parametri tradizionali di rischio cardiovascolare generale sono a rischio medio: quelli che possono incappare in misura più elevata in eventi acuti come infarto e ictus. E pensare che, con un semplice esame delle proteine, ciascuno può sapere il proprio livello di rischio e ampiamente scongiurare infarto e ictus.

Si deve a un recente studio ralizzato su 7.000 persone assistite in 421 ambulatori di medici di famiglia la possibilità di una valutazione più completa del rischio cardiovascolare. 

E’ quanto emerge dallo studio CHECK, realizzato negli ultimi 8 anni analizzando sesso, età, istruzione, attività fisica, colesterolo di 7.000 cittadini assistititi in 421 ambulatori di medici di famiglia di 16 regioni italiane, dal Servizio di Epidemiologia e Farmacologia Preventiva del Dipartimento di Scienze Farmacologiche dell’Università degli Studi di Milano in collaborazione con SIMG, Società Italiana di Medicina Generale. I risultati dello studio sono stati oggetto di una recente (settembre 2010) pubblicazione: "Nutritional Metabolism and Cardiovascular Diseases"illustra come questo lavoro possa contribuire a ottimizzare la locazione delle risorse nella medicina preventiva. 

"Questo lavoro ha preso in esame in modo casuale un numero molto elevato di mutuati" – ha spiegato il professor Alberico Catapano, Ordinario di Farmacologia all’Università degli Studi di Milano e Presidente del V Congresso Nazionale SITeCS, Società Italiana di Terapia Clinica e Sperimentale - "Gli esiti sono quindi altamente predittivi e consentono di scattare una fotografia reale del rischio cardiovascolare della popolazione italiana".

I risultati dello studio sono stati presentati in occasione del V Congresso Nazionale SITeCS, svoltosi di recente a Napoli.  
Lo studio dimostra, infatti, che 2 milioni di cittadini, a rischio medio in base ai parametri tradizionali, sono in realtà a rischio elevato in base a quelli nuovi.
 
"Si tratta di una fascia di popolazione cui non vengono quindi somministrate gratuitamente le terapie mediche perché non considerata in pericolo, ma l’accesso limitato alle cure a carico del SSN per patologie cardiovascolari è anche legato al basso impatto emotivo che hanno queste terapie per le patologie in questione. Pur di elevata efficacia (garantiscono in media una sopravvivenza di 5 anni ai pazienti) risultano penalizzate in termini di accessibilità gratuita rispetto alle terapie anti tumorali, che permettono un allungamento della vita del paziente in media di soli 3 mesi”.


I parametri tradizionali
In base ai parametri di RCVG (Rischio CardioVascolare Globale), l’81% della popolazione, oltre 48 milioni e mezzo di cittadini, ha un rischio cardiovascolare basso. Soltanto il 4% della popolazione, cioè 2.4 milioni di italiani, ha un rischio alto e assume farmaci a carico del SSN, mentre il 15%, quindi quasi nove milioni di persone, ha un rischio medio. Ed è proprio questa la fascia di cittadini che in base agli indici individuati dallo studio sulla base dei valori della proteina C reattiva, ha almeno in parte un rischio elevato. 



I risultati dello studio nel dettaglio:
 
Ecco di seguito i nuovi indici di rischio cardiovascolare forniti dalla PRC sulla base di sesso, istruzione, età, peso e colesterolo. Iniziato nel 2003 e realizzato dalla SIMG, Società Italiana di Medicina Generale, in collaborazione con SEFAP, Servizio di Epidemiologia e Farmacologia Preventiva dell’Università degli Studi di Milano, CHECK ha l’obiettivo di valutare la distribuzione sul territorio nazionale dei fattori di rischio delle malattie cardiovascolari.

Colesterolo
Il 46% delle persone che hanno un livello di colesterolo minore di 130 mg/dL è a rischio. 

Età
La percentuale di rischio cardiovascolare aumenta con l’avanzare dell’età: i giovani adulti (tra i 40 e i 49 anni) rischiano il 70% in meno degli anziani (tra i 70 e i 79 anni). Chi ha tra i 50 e i 59 anni ha il 30% in più di rischio di chi ha circa una decina di anni in meno così come chi ha tra i 60 e i 69 anni rischia il 12% in più di chi ha un’età compresa tra i 50 e i 59 anni. Tra gli anziani chi ha tra 60 e 69 anni corre un rischio cardiovascolare minore rispetto a chi ha 10 anni in più, precisamente del 20%.  

Peso 
E' emerso anche che il peso ha un ruolo fondamentale nella percentuale di rischio vascolare. Tra le persone obese, la cui massa corporea supera il valore di 30, le donne hanno un rischio del 58% maggiore rispetto agli uomini, mentre tra i normopeso sono gli uomini ad avere il 40% di rischio in più rispetto al gentil sesso. Tra i sovrappeso il rischio è del 20% in più per le donne.  

Attività fisica e sesso
Chi non svolge un’attività fisica ha il 30% in più di rischio rispetto a chi la svolge. Il rischio per le donne è del 9% in più di quello degli uomini.  

La proteina C reattiva 
Il valore della proteina C reattiva fornisce un elemento aggiuntivo nella valutazione del rischio cardiovascolare. La proteina C reattiva è prodotta dal fegato ed è un marker delle malattie cardiovascolari: più alto è il suo valore più alto è il rischio di incorrere in un evento acuto come l’infarto miocardico o l’ictus cerebrale.  
 

Come è stato fatto lo studio:

Le analisi 
Ogni paziente ha effettuato un prelievo di sangue, gli è stata misurata l’altezza, il peso, la pressione e la frequenza cardiaca. Inoltre, ha compilato un questionario relativo al proprio stile di vita ed è stato rilevato per ciascuno il consumo di risorse sanitarie, ovvero visite mediche e uso di farmaci nei tre mesi precedenti.   

Vi hanno partecipato circa 421 medici di famiglia in 16 regioni italiane che hanno reclutato quasi 7.000 pazienti maschi e femmine di età compresa tra i 40 e i 79 anni.     Ambulatori partecipanti: 94 in Lombardia, 32 in Piemonte, 35 in Veneto, 6 in Friuli, 23 in Liguria, 15 in Emilia Romagna, 9  in Toscana e nelle Marche 9, 29 nel  Lazio, 14 in Umbria 14, 17 in Abruzzo, 47 in Campania, 15 in Calabria, 33 in Puglia, 36 in Sicilia e 7 in Sardegna. Ha partecipato anche la Repubblica di San Marino con 5 ambulatori.  

Emilia Patruno
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Postato da gianvitto88 il 21/04/2011 16:33

Un artivolo molto interessante e io che sono un po in sovrappeso queste informazioni sono molto utili.

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