28/05/2012
Negli Stati Uniti la percentuale dei bambini obesi è del 17 per cento (foto e copertina ThinkStock).
Da Washington - L’ America sta ingrassando senza ritegno. Secondo un allarmante rapporto del US Center for Diseases Control and Prevention pubblicato sull’ American Journal of Preventive Medicine entro il 2030 ci sarà un aumento di 32 milioni di obesi.
Questa cifra porterà la media attuale del 34 per cento di obesi al 42%. Fra 18 anni avremo inoltre l’11% per cento della popolazione
gravemente obesa. Oggi i gravemente obesi sono il 6%.
E’
gravemente obeso chi supera i 45 chilogrammi di soprappeso.
Questa espansione di chili significa che nelle prossime due decadi i
costi della sanità collegati a diabete, malattie cardiache etc
aumenteranno di almeno 550 miliardi di dollari.
E’ considerato obeso chi ha un indice di massa corporea superiore a 30.
Chi veleggia fra l’indice di 25 e 29.9 è considerato soprappeso. Il
peso normale comporta un indice di massa fra 18.5 e 24.9. Sotto il 18.5
si è considerati sottopeso.
(foto Reuters).
“Le persone obese – ha spiegato il direttore del rapporto e professore di economia della salute alla Durham University Eric Finkelstein
– sono di per se a rischio di complicazioni ma non soltanto continuano a
non fare nulla per ovviare l’ infelice situazione ma sono pure in
aumento”.
L’ Istitute of Medicine (IOM) respinge però il concetto che
l’obesità è il risultato di mancanza di volontà da parte delle persone
“robuste” e suggerisce un approccio che coinvolge seriamente l’industria
alimentare ed i politici chiedendo che siano messe in atto nuovi
regolamenti e nuove leggi.
“Da anni sentiamo dire che è necessario mangiare di meno e fare movimento – ha commentato Shiriki Kumanyika
membro dell’IOM e professore della scuola di medicina dell’Universita’
della Pensilvania – nel frattempo però abbiamo visto il numero degli
obesi in aumento. Il problema è l’ambiente che ci circonda. Non si può
mantenere un peso regolare in un ambiente che promuove l’obesità”.
Mettere un freno all’epidemia di grassoni non è facile perché si tratta
di adottare diversi rimedi. Uno potrebbe essere quello di tassare bibite
gassate che contengono alta percentuale di zuccheri. In passato però
quando se ne e’ parlato la gente ha praticamente minacciato una rivolta,
per non parlare dei lobbisti delle compagnie produttrici che hanno
sfoderato tutte le armi in loro possesso.
Uno studio pubblicato nei giorni in cui gli americani protestavano
contro la tassa sulle bibite aveva rivelato che 34 centesimi di dollaro
al litro avrebbero ridotto in media il consumo pro capite del 24 per
cento.
Fra le colpe della società che produce grassoni è anche stata elencata
la mancanza di marciapiedi che non invoglia bambini e genitori ad andare
a scuola a piedi, cosa che negli anni 70 era praticata dal 20 per cento
dei scolari, mentre oggi in pratica non esiste. Le scuole poi sono
accusate di non fare lezioni di educazione fisica.
Secondo dati recenti soltanto l’8% delle scuole medie ed il 2% delle scuole superiori hanno l’istruttore di ginnastica. Attualmente la percentuale dei bambini obesi è del 17%.
C’è troppo cibo in giro , ha commentato l’ ex capo della Drug and Food Administration David Kessler,
nei centri commerciali ci sono aree immense dedicate a cibi uno più
grasso e zuccheroso dell’ altro e la gente si è abituata a mangiucchiare
a ogni ora.
Anche le compagnie di assistenza sanitaria sono state invitate a
partecipare alla campagna “Tentiamo di far dimagrire l’America” chiedendo loro di ridurre i costi del premio non soltanto a chi non fuma ma anche a chi non è soprappeso.
Mariuccia Chiantaretto