21/04/2012
(Foto e copertina Thinkstock)
La polemica sulla proposta di tassare il junk food sembra di quelle destinate a durare a lungo. C'è chi dice che non serve a nulla, dovrebbe essere il buon senso a guidarci. Purtroppo non è sempre così! Inoltre mangiare molto cibo spazzatura può dare problemi di salute, che poi vanno a incidere sulle casse degli ospedali. Favorevole a una campagna di sensibilizzazione “stile Michelle Obama” è Lidia Rota Vender, presidente dell'Associazione per la lotta alla trombosi (ALT) e responsabile del Centro trombosi della clinica Humanitas di Rozzano, in provincia di Milano.
«In linea di principio è giusto tassare il junk food. È come la tassa sul fumo: non è una cosa indispensabile e tutto quello che non lo è potrebbe in teoria essere tassato», afferma l'esperta, attirando però l'attenzione su un problema non secondario: «Come lo definisco, il junk food? Lo devo fare nei suoi componenti. Per esempio, anche i cibi conservati rientrerebbero sotto questa voce, perché per definizione contengono qualcosa di artificiale che potrebbe essere dannoso. E dopo la tassa sul superalcolico scatterà quella sull'alcolico in generale. E sul vino, perché no?».
Insomma, educazione alimentare prima di tutto. Ma di che cosa viene incolpato il così detto cibo spazzatura? Beh, di molte cose! Per cominciare, di avere un'elevata densità calorica non equilibrata dalla presenza di vitamine, minerali, fibre e antiossidanti (praticamente assenti). Insomma, troppo di ciò che non dovrebbe esserci (colesterolo, grassi saturi e trans, zuccheri raffinati, sodio) e viceversa.
Tanto basta per spianare la strada a sovrappeso e obesità, malattie cardiovascolari, diabete, tumori. Inoltre vari studi indicano un maggior rischio di depressione e, per i bambini, un quoziente intellettivo più basso.
Ma non basta mangiare una volta cibo spazzatura per avere ripercussioni negative immediate, bisogna proprio insistere! Se proprio vogliamo ogni tanto fare uno strappo alla regola, facciamolo bene: trasformiamo in hamburger carni di qualità, usiamo patatine cotte in forno (se fatte bene nessuno si lamenterà).
Le vere protagoniste della tavola saranno però le verdure crude e cotte, in abbondanza: così si facilita la digestione, si controllano glicemia e colesterolo, si combattono i radicali liberi. Ah, per le patatine fate così: tagliate a bastoncini le patate sbucciate. Cuocetele a vapore per 10 minuti, trasferitele in uno strato solo su una teglia rivestita con carta da forno. Unite aglio sbucciato e dimezzato, rosmarino sfogliato. Infornatele a 220° nel forno caldissimo, giratele dopo 5 minuti. Quando saranno dorate toglietele dal forno, salatele e conditele con olio extravergine (senza esagerare). Buon appetito!
Giuliana Lomazzi