Nelle Asturie, sui passi di San Giacomo

L'esperienza di Donatella Capizzi Maitan, avvocato milanese, pellegrina per cinque volte sul Cammino di Santiago de Compostela. E non solo.

22/07/2010
Una pellegrina in cammino verso Santiago de Compostela.
Una pellegrina in cammino verso Santiago de Compostela.

Risponde al telefono con il respiro affannato ma la voce squillante. «Sto facendo il Cammino di Santiago con un'amica». Donatella Capizzi Maitan, avvocato milanese di 46 anni, è al suo quinto percorso compostelano. La prima volta è stata nel 2003, lungo il Cammino francese, quello tradizionale e più battuto. Poi nel 2005 di nuovo il francese, nel 2007 il Cammino aragonese (che parte da Somport, nei Pirenei) e nel 2008 il Cammino cosiddetto primitivo. Questa volta percorso rapido, di una settimana, di nuovo attraverso il Cammino primitivo, che parte da Oviedo. «Stavolta non arriveremo fino a Santiago», spiega la Capizzi, «non ne abbiamo il tempo. Percorriamo tutta la regione delle Asturie, fermandoci prima della Galizia».

Donatella Capizzi, per quale motivo si parte la prima volta?
«Per curiosità, perché ne senti tanto parlare, perché leggi libri e guide su Santiago. Ogni pellegrino, poi, ha la sua storia, le sue motivazioni, il suo personale percorso di avvicinamente al Cammino. Io la prima volta che l'ho fatto avevo programmato tutt'altro: una vacanza in Irlanda. Poi, ho letto qualcosa su Santiago, mi sono informata e ho deciso di cambiare rotta. Il primo anno sono partita da Burgos. La seconda volta l'ho percorso, per un tratto, con un gruppo nel quale c'era anche un ragazzo non vedente».

Perché si torna altre volte?
«Perché una volta che sei diventato pellegrino lo rimani per sempre. Senti il bisogno di ritornare, questa è l'esperienza che raccontano molti pellegrini. E quando si torna spesso non si percorre più il Cammino francese, che è troppo affollato ed è molto cambiato ultimamente, ma si provano altri itinerari, ugualmente molto belli, come quello aragonese, quello del Nord, il primitivo....».

Riguardo al Cammino francese, in che senso è cambiato negli ultimi anni?
«E' diventato molto più turistico, sono comparsi tanti negozi, e poi gli "albergues" con la piscina, dotati di tutti comfort e servizi, perdendo il tradizionale spirito di essenzialità. Nell'ultimo tratto prima di Santiago, poi, sembra di essere su un'autostrada: a causa dell'affollamento hanno dovuto ampliare il percorso. Chi ha fatto il Cammino anni fa,     
ritornandoci adesso rimarrebbe un po' deluso. Per chi lo fa per la prima volta certo non cambia nulla».  

Oltre al Cammino compostelano, lei ha percorso altri itinerari a piedi, da vera pellegrina...
«Sì, qualche anno fa ho battuto il Cammino di Francesco, da La Verna (Arezzo) a Poggio Bustone (Rieti): un itinerario bellissimo che attraversa l'Umbria e tocca tutti i luoghi di San Francesco d'Assisi, anche quelli meno noti. Il tragitto dura 15 giorni: ma è molto più duro di quello di Santiago».

Altri pellegrinaggi in programma?
«In Sardegna inaugurano il Cammino iacobeo, attraverso i luoghi di san Giacomo sull'isola. A ottobre sarò lì».

Giulia Cerqueti
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