Famiglia Cristiana, lettori in crociera

Don Mazzi racconta l'esperienza con i lettori di Famiglia Cristiana durante l'ultima crociera del nostro settimanale nei mari del Nord. In allegato tutte le fotogallery.

22/09/2010
Una delle tante riflessioni sul Vangelo che don Antonio Mazzi, fondatore della comunità Exodus, ha proposto ai lettori di Famiglia Cristiana durante la crociera nei mari del Nord.
Una delle tante riflessioni sul Vangelo che don Antonio Mazzi, fondatore della comunità Exodus, ha proposto ai lettori di Famiglia Cristiana durante la crociera nei mari del Nord.

Non sono mai impazzito per il mare. Sarà bello, infinito, ma vedere chilometri quadrati di acqua tranquilla, piatta, quasi azzurra… mi intorpidisce. Amo molto di più la montagna, quella che tocca il cielo, con le rocce irte, scabrose, con i viottoli che ti fanno ansimare, con il verde mai eguale e che sparisce a una certa altezza, per lasciare il posto al sasso, all’erba, al fungo, alla neve. La neve è l’unica cosa bianca che di tanto in tanto invade la parte più alta del mondo. È più facile cantare e comporre poesie davanti a un ghiacciaio che a 3.000 chilometri di acqua. A 80 anni, giocando con i miei nipoti, riesco ancora a immaginare angeli e diavoli, eroi e tiranni, bestie e santi, in piedi su qualche vetta. Insomma le montagne mi fanno sognare, ma il mare no!

    Però... c’è un però. In crociera con i lettori di Famiglia Cristiana, sui mari del Nord, dal 29 agosto al 9 settembre, mi sono dovuto rimangiare tutto. Il mare mi ha risposto alla grande, con due notti di onde gigantesche, procurando nausee (e qualcosa di più) a me e a quasi trecento pellegrini. Affascinandomi sul ponte dell’undicesimo piano, mi sono goduto le spinte rabbiose del vento, lo spumeggiare di tonnellate di onde, lo scricchiolio a cui era sottoposta la nave. Mi sono goduto che il mare si sia fatto rispettare; che gli facessero un po’ schifo tutte le persone, con la pancia al sole, che lo usavano solo per abbronzarsi e buttar giù i chili.

    In nove giorni di crociera ho parlato e riflettuto sulle parabole del Vangelo con i 300 (o meglio: con il resto dei 300). Altri vi racconteranno le visite fatte alle capitali del Nord. Per me è stato straordinario riuscire a mettere insieme riposo, ferie, divertimento, contemplazione, preghiere, fede. Famiglia Cristiana ci riesce da parecchi anni. Inutile dirvi, che incerto sulle gambe, con la “barca” che traballava come un moscerino, venivano a proposito le riflessioni sul figliol prodigo, sulla Maddalena e sul samaritano. Ho insistito molto per chiosare, a mio modo, le Beatitudini legate all’educazione. Dovrei dire, per onestà, che le ho strattonate con il preciso scopo di tornare a dibattere uno dei temi più delicati. Chiedo perdono soprattutto a san Matteo. Ma, da lassù, mi darà ragione. Come sapete, da tempo, picchio sui padri, quarantenni, fragili, assenti, Peter pan.

    E proprio ai padri ho mandato otto righe, mentre il comandante ci raccomandava di stare tranquilli (!) in cabina. Eccole: «Beati i padri pazienti perché assicureranno il futuro ai figli. Beati i padri schietti, perché riceveranno in cambio la verità. Beati i padri solidali perché saranno saziati nell’anima. Beati i padri miti, perché ammansiranno i figli adolescenti, puledri scatenati. Beati i padri misericordiosi perché credono all’impossibile, giustificano l’ingiustificabile, perdonano l’imperdonabile. Beati i padri seminatori, perché in ogni modo mieteranno. Beati i padri umili perché sconfiggeranno i furbi. Beati i padri che imitano il Padre perché di essi è il regno della terra».

Antonio Mazzi
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