Più figli, meno aiuti

La protesta dell'Associazione famiglie numerose: «I politici continuano a deluderci e a ignorarci. Anzi, a penalizzarci».

15/04/2010
Mario Sberna, presidente dell'Associazione famiglie numerose, con la moglie, i cinque figli e due nipoti.
Mario Sberna, presidente dell'Associazione famiglie numerose, con la moglie, i cinque figli e due nipoti.

Dopo la manifestazione del 6 dicembre a Roma, c’è stato l’incontro del 10 dicembre scorso con la segreteria tecnica del ministro del Welfare Maurizio Sacconi, un incontro fissato da tempo per discutere del progetto di legge che l’ufficio legale dell’Associazione nazionale famiglie numerose ha preparato per la riforma dell’Irpef. «Ma anche lì nulla di fatto, a cominciare dall’assenza del ministro», lamenta Mario Sberna, presidente e fondatore dell’associazione alle prese con un bilancio positivo per la grande partecipazione delle famiglie, ma del tutto deludente per la risposta dei politici.

«Continuiamoa sperare in un sussulto di dignità da parte di queste persone che sono state elette a seguito di promesse precise sulle politiche per la famiglia, ma che continuano a ignorarle. Ho davantii ritagli di giornale in cui promettono il quoziente familiare: peccato che siano del 2003... Prima hanno detto che era colpa dell’11 settembre. Ora spiegano che c’è la crisi e poi bisogna spendere per il ponte di Messina. Intanto le famiglie del Sud sono ancora più povere. Non mangiano, ma potranno attraversare lo Stretto in automobile».

Il recente rapporto Eurostat del novembre scorso è un rimando molto concreto di quel che sostiene Sberna, padre di cinque figli: «Il 41 per cento delle famiglie con almeno 5 componenti sono povere. Erano il 27 per cento l’anno precedente. Dietro di noi c’è solo la Romania. E questo nonostante il tanto declamato bonus che è andato soprattutto ai single. Per le persone sole il tetto per accedervi era di 15 mila euro, mentre per una famiglia con cinque componenti era di 20 mila... Ma vogliamo scherzare? Chi riesce a mantenere tutti con quella cifra? È ovvio che in quel caso si deve lavorare di più per dar da vivere a tutti e quindi, superando il tetto, niente aiuti. In realtà è stato un bel regalo a quelle coppie di fatto che lo stesso Governo dice di non riconoscere, perché non cumulando l’Isef si potevano presentare due richieste e in presenza di figli li si segnava a carico di entrambi».

Iniquità e disuguaglianza sono le parole che ritornano continuamente nei documenti dell’Associazione fondata nel 2004, a cui aderiscono sempre più famiglie. Anche il rimando all’articolo 31 della Costituzione («la Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi con particolare riguardo alle famiglie numerose») è sempre presente nelle richieste dell’Associazione, affiliata al Forum delle associazioni familiari.

«Se i padri costituenti hanno sottolineato questa situazione, non si capisce come chi governa possa continuare a far finta di niente o a limitarsi a dire che facendo interventi a favore delle aziende o delle banche in realtà si aiutano le famiglie. Si convincano, invece, che le famiglie, quelle vere, quelle normali, quelle che i figli li hanno, li crescono, li educano e li amano, sono la parte migliore del Paese reale, di quello che “tiene”. È urgente che se ne accorgano davvero».

Renata Maderna
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Postato da prattan il 16/04/2010 08:50

I nostri politici non hanno mai capito che investire sulla famiglia vuol dire avere una solida società, il nostro ministro dell'Economia in un dibattito televisivo disse che l'Italia non poteva permettersi di avere tre insegnanti elementari per aula. Però (gli volevo rispondere) ci possiamo permettere di avere parlamenti di province, comuni, regioni, municipi, questi investimenti a chi giovano? Non certo alla società.

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