Pontecurone (Alessandria) - PIEMONTE

La lettera di zia Lorenza

06 giugno 2011

Cara Famiglia Cristiana, la zia di mio marito, Lorenza Carbone, mi ha consegnato questa lettera pochi giorni prima di morire, esprimendo la volontà di diffondere le sue parole ai lettori di Famiglia Cristiana. Ve la consegno nella speranza di una pubblicazione, in occasione dell'anniversario della sua scomparsa, il 1° luglio.
Delfina B. - Pontecurone (Al)

Io non sono più in condizione di viaggiare per parlarvi di persona avendo l'udito difettoso e una paralisi che mi costringe in carrozzella. Il mio vorrebbe essere un consiglio a tutte le mamme di questo mondo a non lamentarsi dei propri figli ma ad affidarli a un angelo custode per farli crescere sani e intelligenti.
Mia madre mi diceva che i figli sono la benedizione di Dio e che portano felicità e serenità e io devo dire che sono stata proprio fortunata ad avere una mamma meravigliosa. Alla fine della guerra, nel 1918, c'era stata un'epidemia chiamata la Spagnola che contagiò anche mia madre. Fu la grande fede che non ha mai perso a permetterle di continuare a crescere la sua famiglia senza mai lamentarsi.
Eravamo otto tra fratelli e sorelle con i nostri due nonni e i nostri genitori, la campagna non dava raccolti sufficienti per sfamare l'intera famiglia. Pensò di organizzare il lavoro del baco da seta per arrotondare le entrate. Guarì, era sempre serena e per questo tutti la invidiavano. Nella sua vita ho sempre percepito serenità nonostante le varie preoccupazioni. Talvolta, alla sera, offriva ai bisognosi che si recavano a casa nostra, tutto ciò che noi mangiavamo oppure donava loro una scodella di vino con mezza pagnotta; felice e contenta li metteva a dormire nella stalla al caldo. Erano uomini onesti ma privi di casa e famiglia.
Nel 1942 sfortuna volle che per i miei due fratelli venne l'ora di partire per il servizio militare: uno finì in Albania e l'altro partì per la Russia. Nel 1943, mio fratello Ugo destinato alla Russia, cessò di scrivere: non giunsero più sue notizie in concomitanza della ritirata del Don che fu micidiale per tutti i militari.
Durante questo anno terrificante mia madre mi mandava di buon mattino all'ufficio postale per avere notizie in giornata. Mi accompagnavano due bambine del vicinato... Quanto erano lunghi quei due chilometri di strada in mezzo alla campagna! Ho sempre notato la presenza divina a proteggermi durante il mio cammino, anche quando lavoravo a Milano: pur non avendo mai conseguito un'istruzione adeguata me la sbrigavo benissimo.
Andai in pensione nel 1978, stipendio basso, ma con la buona volontà e la forza d'animo sono riuscita ad arrivare a 87 anni, a essere ricoverata in una struttura per disabili a vivere giornate troppo tristi che non finiscono mai. Ogni tanto guardo la televisione con programmi che mostrano mamme in crisi con il dilemma della famiglia che pesa. Non nascondo che la presenza di Dio neanche le sfiora.
Vi vorrei dire un'ultima cosa: consiglio a tutte le mamme di oggi di non perdersi mai di coraggio e di non lamentarsi mai della famiglia, la cosa più bella che abbiamo. Ricordate sempre che le figure celesti vi sono vicine e sempre vi proteggeranno. Anche se i vostri figli non avranno voglia di studiare potranno essere comunque persone di rispetto e di tanta buona volontà.
Ne è esempio mio fratello Ugo che ha sempre studiato poco ma è stato un grande uomo ed è riuscito ad avere l'elogio del paese essendo sempre pronto ad aiutare tutti. Ogni giorno, quando tornava da scuola lasciava la cartella in soggiorno e volava nei campi dove nostro padre preparava la terra per la semina. Il lavoro nei campi era inoltre molto duro, ma non c'erano macchinari e si dovevano tenere a bada quattro buoi. E' sempre stato anche un uomo umile, in tarda vecchiaia ha anche conseguito la pergamena di benemerito civile ed è stato veramente buffo quando ha saputo questa novità.
La prima sorella era suora dalle Benedettine e riuscì a partire come missionaria dopo la morte della mamma nel 1947. Gli altri miei fratelli e sorelle si sono trasferiti per motivi di lavoro e si sono fatti tutti la loro famiglia. Vi dono il mio angelo che senz'altro vi aiuterà (basta un po' di coraggio e buona volontà che auguro a tutti) per una vita serena. Grazie e un abbraccio a tutti da una nonna di quasi novant'anni.
Zia Lorenza

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