Bagnasco, necessaria la legge sul fine vita

Nella prolusione letta all'inizio della sessione del Consiglio permanente della Cei il presidente dei vescovi italiani ha toccato anche il tema della legge sulle Dat.

29/03/2011
Il presidente della Cei Angelo Bagnasco
Il presidente della Cei Angelo Bagnasco

«Si tratta di porre limiti e vincoli precisi a quella "giurisprudenza creativa" che sta già introducendo autorizzazioni per comportamenti e scelte che, riguardando la vita e la morte, non possono restare affidate all'arbitrarietà di alcuno». Così, ieri aprendo i lavori del Consiglio permanente della Cei, ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza dei vescovi italiani. Trattando dell'attualità del nostro paese e del mondo (unità d'Italia, guerra in Libia, crisi dei valori...) e dopo aver premesso una meditazione sulla Quaresima e sul battesimo, il prelato ha ricordato, riferendosi al caso di Eluana Englaro, che «non si tratta di mettere in campo provvedimenti intrusivi che oggi ancora non ci sono, ma di regolare piuttosto intrusioni già sperimentate, per le quali è stato possibile interrompere il sostegno vitale del cibo e dell’acqua».

«Chi non comprende che il rischio di avallare anche un solo caso di abuso, poiché la vita è un bene non ripristinabile, non può non indurre tutti a molta, molta cautela?», si è domandato Bagnasco. Insomma, «regole di garanzia per persone fatalmente indifese, e la cui presa in carico potrebbe un domani – nel contesto di una società materialista e individualista - risultare scomoda sotto il profilo delle risorse richieste», mentre «condivisione, sostegno, accompagnamento fino al traguardo terreno» devono ispirare  la presa in carico dei malati gravi: «la paura più impertinente scaturisce dalla solitudine e dall'abbandono, mentre l'atteggiamento d'amore trova vie misteriose per farsi percepire e saper medicare. È qui, su questo versante massimamente precario e bisognoso, che una società misura se stessa», ha concluso il presidente.

Le dichiarazioni di Bagnasco seguono di qualche giorno l'appello di 12 intellettuali cattolici per una rapida conclusione dell'iter legislativo e, lo scorso 26 marzo, l'adesione allo stesso appello di 23 associazioni cattoliche riunite nel Copercom (Coordinamento delle associazioni per la comunicazione).

Stefano Stimamiglio
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Postato da vdiste1939 il 31/03/2011 11:53

lo scrivo con la morte nel cuore: non sono d'accordo con una legge siffatta. trovo ridicolo affidare ad una legge dello stato che ne ha gia 250.000, la gestione di un fatto meramente di coscienza. come si fa a distinguere l'accanimento terapeutico dalla fine veicolata? perchè affidarsi ad una legge che come tutte quelle vigenti in italia è così pasticciata da non offrire alcuna garanzia di rispetto dal suo contenuto immaginato dai proponenti? infine ma non per ultimo argomento, a me una legge proposta e votata da berlusconi e soci resta di traverso sullo stomaco, comunque. qualcuno mi citi una buona legge approvata da quel gruppo di...

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