Cento candeline? E' sempre più possibile

L'aspettativa di vita si sta allungando sempre più. E' un fenomeno che presenta nuove sfide sociali, economiche e culturali.

11/01/2013
(foto di: Silvia Morara)
(foto di: Silvia Morara)

Spegnere cento candeline non è più un'utopia. L'aspettativa di vita si sta allungando sempre di più: nel mondo, una persona su nove è over 60 e questa proporzione arriverà a uno su cinque entro il 2050. Sono i dati che emergono dal Rapporto “Invecchiare nel XXI secolo: un traguardo e una sfida”, presentato dalla Comunità di Sant’Egidio e pubblicato dal Fondo Onu per la Popolazione e dall’Ong HelpAge International.

Nel mondo, ogni secondo ci sono due sessantenni in più
. Saranno un miliardo tra dieci anni, il doppio – donne in testa – entro il 2050. Quattro su cinque vivranno nei Paesi in via di sviluppo con un’aspettativa di vita che oscillerà tra i 74 e gli 83 anni. Nel 2012, le persone di sessant’anni o più erano 810 milioni, ossia l’11,5% della popolazione totale; nell’ultimo decennio, il numero di over 60 è aumentato di 178 milioni di persone. Il numero di centenari crescerà su scala mondiale passando da 316.600 nel 2011 a 3,2 milioni nel 2050.

La longevità, dunque, è una costante a livello globale. E porta con sé nuove problematiche da affrontare, ma anche considerazioni positive: significa che, pure nei Paesi con un grado inferiore di industrializzazione, si registrano una migliore alimentazione, progressi medici, di igiene e istruzione.

La speranza di vita alla nascita è attualmente di oltre 80 anni in 33 Paesi; cinque anni fa, i Paesi che avevano raggiunto questo obiettivo erano solo 19. L’invecchiamento della popolazione presenta nuove sfide sociali, economiche e culturali a individui, famiglie, società e alla comunità globale. Tra le preoccupazioni più pressanti delle persone anziane, oltre alla salute, c'è la questione del reddito: avere una pensione, oggi, non è più una garanzia.

Molti sono gli anziani soli, non supportati da una rete di protezione sociale e senza la sicurezza di essere assistiti. Si vive di più, ma spesso in una condizione di grande solitudine. Gli anziani del terzo millennio, dunque, chiedono la possibilità di avere alloggi a prezzo equo, trasporti facilmente accessibili, assistenza domiciliare. Da questa considerazione nasce la provocazione a enti, associazioni e istituzioni affinché vengano messe in campo politiche in grado di promuovere stili di vita salutari, tecnologie di assistenza, ricerca medica e cure riabilitative.

Come ha sottolineato il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon, nella prefazione al rapporto, «le conseguenze sociali ed economiche di questo fenomeno sono profonde e vanno ben al di là del singolo anziano e della sua famiglia, dato che coinvolgono la società e la comunità globale come mai prima d’ora».

Giorgia Cipelli
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