Cosa uccide il cuore

Junk food, cioè cibo di scarsa qualità, e fumo all'origine di molti degli oltre 4 milioni di morti in Europa per malattie cardiovascolari. Allo studio nuove soluzioni.

09/08/2012
I cibi sani sono alla base di una buona dieta alimentare, importante per ridurre il rischio di malattie cardio-circolatorie. (Foto Corbis)
I cibi sani sono alla base di una buona dieta alimentare, importante per ridurre il rischio di malattie cardio-circolatorie. (Foto Corbis)

Allarme dei cardiologi europei sul fronte della prevenzione delle malattie cardiovascolari: attenzione, le misure adottate per un corretto stile di vita non sono sufficienti se oltre 4,3 milioni ogni anno sono le morti in Europa per problemi cardiaci e circolatori, con un costo di ben 190 bilioni di euro. In particolare, la European Association for Cardiovascular Prevention & Rehabilitation (EACPR) ha rilevato la grande responsabilità in merito dei cosiddetti “cibi spazzatura”, il cui consumo è fortemente incentivato dall’industria. Le molteplici implicazioni sono state analizzate in un editoriale recentemente pubblicato sulla rivista European Journal of Preventive Cardiology in cui medici e ricercatori hanno individuato almeno quattro strategie per promuovere comportamenti migliori e ridurre, secondo le stime, almeno del 50% il numero annuale delle vittime. «Per favorire diete più sane occorre cambiare le politiche sull’agricoltura, tassando i prodotti ricchi di zuccheri o di grassi a favore di sussidi per frutta e verdura, ridurre sale e grassi nei cibi pronti, etichettare chiaramente i cibi e limitare la pubblicità del cibo spazzatura. Il fumo invece va combattuto aumentando le aree ‘smoke-free’, con più tasse e restrizioni sulla vendita, vietando la pubblicità e adottando pacchetti anonimi. L’attività fisica va incentivata con sussidi al trasporto pubblico e aumentando piste ciclabili e aree pedonali. Il consumo di alcol, infine va regolato aumentando la tassazione, diminuendo la disponibilità e regolando la pubblicità».  Insomma, quello che si deve fare per rimanere sani è ben conosciuto ormai, ma la società deve fare la sua parte per favorire questo processo attraverso azioni mirate. «Il fatto è che le persone sono spinte nella direzione sbagliata dal marketing industriale, che però non ha nessuna responsabilità sulla salute dei cittadini», scrivono gli autori. «Il cosiddetto ‘stato badante’ è spesso manipolato dall’industria, il che porta a generare cibo spazzatura a prezzi bassi anche grazie ai sussidi statali. Chiediamo solo che si riequilibri la situazione».  Uno studio dell’Università di Liverpool dimostra che la tassazione del “cibo spazzatura” potrebbe salvare la vita ogni anno a 100mila persone solo nel Regno Unito. Basterebbe solo fare meno pubblicità ai prodotti ricchi di grassi e agevolare l’acquisto di frutta e verdura. «Questi interventi governativi sulla popolazione - ha commentato Simon Capewell, co-autore dello studio - possono contribuire ad aumentare il benessere delle persone in maniera quasi automatica. Purtroppo l’industria tende a manipolare gran parte di chi vive in uno stato assistenziale puntando ad abbassare i prezzi sui prodotti ad alto contenuto calorico con grandi investimenti in pubblicità e in marketing. Strategie in grado di sedurre i consumatori più fragili».  Ma non è facile cambiare le tendenze. «Se si chiede a quella parte di popolazione in minoranza di cambiare il proprio stile di vita scorretto, viene influenzata nell’altra direzione proprio dal contorno sociale», ha affermato il danese Torben Jørgensen, principale autore dell’editoriale e membro dell’EACPR. «Inoltre, viene favorito in questo cambiamento chi ha maggiori risorse intellettuali e finanziarie rispetto ai più poveri, maggiormente condizionabili. Il compito degli specialisti è quello di aiutare la politica a prendere le giuste decisioni ma sono solo i politici, poi, che possono dare avvio a cambiamenti strutturali nella società». Se le autorità sanitarie spendono 1 euro per fare prevenzione e informazione, in paragone l’industria spende dieci volte tanto nella pubblicità di cibi non salutari. E’ una battaglia persa se i governi non decidono di intervenire con opportuni provvedimenti e azioni cautelative, questo il messaggio lanciato con forza dai cardiologi europei.

Alessandra Turchetti
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