Crescere al Sud

Povertà assoluta per 410.000 minori, asili nido solo per 2 bimbi su 100, dispersione scolastica del 30 per cento. L'analisi di Save the children e Fondazione "Con il Sud".

19/10/2011

Tra tutti i posti che ci sono, proprio qui dovevo nascere? Sono tanti i bambini del Sud d’Italia che avrebbero ben ragione di chiedersi il perché di tanta sfortuna. Già, perché chi è nato nelle regioni del Meridione ha una probabilità di vivere la sua infanzia da povero davvero alta: sono infatti 410.000 i minori in povertà assoluta, a cui manca tutto, persino la possibilità di lavarsi ogni giorno o di avere dei giocattoli. Per non parlare della povertà relativa, quella cioè di famiglie dove si vive con la metà del denaro necessario.
Le opportunità formative? Poche sin dalla prima infanzia: all’asilo nido, in Campania e in Calabria trovano posto solo 2 bambini su 100. Il tempo pieno? Anche questo è un miraggio: al Sud lo garantiscono solo 8,6 scuole su cento (nel Nord Ovest sono il 42,6 per cento), nelle isole solo il 7,1 per cento. Così bambini e adolescenti sono più esposti all’influenza negativa di un ambiente che, per ulteriore sfortuna, è ad alta densità criminale. Nel Meridione ci sono ben 610 comuni ad alta densità criminale (su 1.608, il 37 per cento). Ogni giorno i bambini e gli adolescenti di queste aree sono esposti, spesso nelle loro stesse famiglie, alla pratica dell’illegalità, assistono a reati e a violazioni delle regole con conseguenze profonde sulla loro formazione e molti tra loro corrono il rischio di essere coinvolti in attività illegali.

Il risultato? Una dispersione scolastica da record: 3 studenti su 10 iscritti nei 5 anni precedenti manca all’appello del diploma di maturità in Campania, Basilicata, Calabria, Puglia (dati 20101).
Molto alto è anche il numero dei “neet”, cioè dei giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano, non sono impegnati in attività di formazione aziendale. In italia sono il 19,2 per cento, la percentuale più elevata in Europa, ma con nette differenze regionali: Campania 33,5 per cento, Puglia 28,6 per cento, Basilicata 24,3 per cento, Calabria 28,8 per cento,  Sicilia 33,0 per cento,  Sardegna 28,0 per cento. Invece la quota di giovani “neet” del Piemonte è 16,6 per cento, quello della Lombardia 15,1 per cento, del Lazio 17,3 per cento.

Anche sul fronte delle risorse finanziarie il quadro è allarmante. Basti pensare che i fondi per gli interventi sociali trasferiti dallo Stato centrale alle regioni si sono ridotti tra il 2008 e il 2011 dell’85 per cento(da 1.213,2 milioni a 178,5). Su queste cifre hanno ragionato gli esperti durante: “Crescere al Sud”, la prima conferenza programmatica sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nel Mezzogiorno, promossa da Save the children e dalla fondazione “Con il Sud”. L’obiettivo è di costruire un lavoro di rete che possa crescere nel tempo, con un piano d’azione utile a invertire la rotta. Tra le proposte di Save the children, c’è la richiesta di destinare da oggi al 2013 parte della spesa dei fondi strutturali europei a politiche di contrasto della povertà minorile, con misure per il sostegno delle strutture e dei servizi per la prima infanzia, fondamentali per lo sviluppo dei bambini in particolare se provenienti da contesti svantaggiati, l’occupazione delle giovani donne e la riduzione della dispersione scolastica.  

Rosanna Precchia
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