Divorziati e risposati in cammino di fede

A Milano il 26 giugno una Messa per chi vive situazioni di divsione familiare.

24/06/2010
Foto THINKSTOCK.
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Anche da separati e da divorziati è possibile un cammino cristiano di approfondimento della propria fede alla luce delle proprie vicende di vita, anche le più dolorose come una separazione o un divorzio. Tanto che in Italia esistono gruppi di persone che riuniscono uomini e donne che hanno conosciuto un fallimento del loro matrimonio ma che hanno deciso di proseguire il loro cammino cristiano e per questo si ritrovano per pregare, per approfondire la propria fede attraverso la meditazione della Parola, per confrontarsi, per capire che, anche qualora la loro situazione non sia "regolare" e la loro condizione non permetta loro di accedere all'Eucarestia, comunque questo non le esclude dalla comunione ecclesiale.

E' il caso dell'Associazione Famiglie Separate Cristiane, che sabato 26 maggio alle ore 18,30 celebrerà una Messa a Milano nella chiesa di san Bartolomeo, in via Moscova 6 (fermata Turati della metropolitana linea 3 gialla). «Siamo costituiti in associazione dal 2000», dice Ernesto Emanuele, responsabile dell'Associazione a Milano, «e abbiamo 43 gruppi di preghiera in Italia, di cui 12 a Milano. In tutto siamo più di 1000 persone, che cercano di vivere la loro fede insieme, nel rispetto delle norme ecclesiastiche e in relazione stretta con la Conferenza Episcopale Italiana», aggiunge l'uomo. All'associazione appartengono sia persone che, avendo vissuto la separazione o il divorzio da poco tempo, non hanno ancora deciso sul loro futuro sentimentae sia persone che si sono risposate ma anche altre che hanno deciso di rimanere fedeli alla loro prima unione coniugale.

«Organizziamo su base mensile o bimensile gruppi di ascolto della Parola e altri incontri per conferenze o approfondimenti. Ogni gruppo ha poi normalmente un sacerdote che segue l'animazione dell'incontro, che avviene di solito o in una parrochia o in case private», chiosa Emanuele, che aggiunge: «Da credenti riteniamo che il problema della non comunione sia un non problema: quello che manca in realtà è l'accoglienza di chi vive situazioni di divisione familiare. Sono convinto infatti che con una maggior accoglienza di queste persone e con una pastorale adeguata, che al momento è insufficiente, le polemiche si ridurrebbero inevitabilmente».

Per informazioni:   tel. 02.65.54.736 ;  cell. 335.80.81.45

Stefano Stimamiglio
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